Antenore
Copisti e filologi. La tradizione dei classici dall'antichità ai tempi moderni
di Leighton D. Reynolds, Nigel G. Wilson
Libro: Libro in brossura
editore: Antenore
anno edizione: 2016
pagine: 296
La storia della trasmissione dei testi greci e latini e della loro fortuna nel corso dei secoli è l'oggetto di questo manuale, proposto come guida semplice a un campo di studi classici spesso lasciato in margine: questa storia è la chiave per interpretare correttamente gli apparati di varianti nelle edizioni critiche, ma anche per ben valutare l'importanza della tradizione classica nella cultura europea dalla caduta dell'Impero romano all'Età moderna. La prima edizione, apparsa quasi cinquant'anni fa, andava a colmare un vuoto. Subito in Italia ne fu pubblicata la traduzione (1969), raccomandata agli studenti che dovevano affrontare la filologia e la civiltà del mondo antico, del Medioevo e dell'Umanesimo. Se ne offre ora la quarta edizione italiana, traduzione della quarta inglese (2013), che mantiene l'impostazione delle precedenti, ma è ampliata e aggiornata in profondità, per rendere conto del rapido e costante progresso scientifico delle discipline classiche.
Italia medioevale e umanistica
di AA.VV.
Libro: Copertina morbida
editore: Antenore
anno edizione: 2000
pagine: 376
Italia medioevale e umanistica
di AA.VV.
Libro: Copertina morbida
editore: Antenore
anno edizione: 2000
pagine: 328
La rappresentazione del poeta nel paesaggio
di Carla Maria Monti
Libro: Libro in brossura
editore: Antenore
anno edizione: 2022
pagine: 89
A parole e con il disegno Boccaccio descrive Petrarca in profonda interrelazione con il paesaggio, che non è sfondo neutro ma parte integrante della definizione poetica e morale del personaggio. Egli coglie una delle piú felici e originali autorappresentazioni dell'amico, che mostra se stesso intento a leggere, scrivere e pregare non nel chiuso della cameretta ma en plein air, in un paesaggio solitario, campestre e boschivo, ricco d'acque, come quello di Valchiusa. Petrarca delinea anche con precisione la sua postura: è seduto sull'erba o su un letto di fiori. Questa immagine coincide con quella di Virgilio nella miniatura del Virgilio Ambrosiano, la cui iconografia fu concepita dal Petrarca stesso: i due poeti, Petrarca e Virgilio, sono rappresentati allo stesso modo. L'amore di Petrarca per la natura è reale e nel contempo profondamente connesso con il suo far poesia: i suoi numerosi e vani tentativi di far attecchire allori nei propri giardini non sono disgiunti dal suo sfolgorante e precoce successo di ottenere l'alloro poetico; la sua attrazione per le montagne, dal Ventoux al Monginevro, acquista nel suo racconto una profonda prospettiva autobiografica e spirituale.
Dei poeti italiani
di Alessandro Zilioli
Libro: Copertina morbida
editore: Antenore
anno edizione: 2021
pagine: 681
Quest'opera appartiene alla vivace preistoria della nostra erudizione letteraria. L'autore, il veneziano Alessandro Zilioli (1596-1645 o 1646), è sinora noto soprattutto in veste di cronista delle vicende politiche a lui contemporanee: l'imponente serie delle Historie memorabili de' suoi tempi (scritte insieme a Bisaccioni, Brusoni e Birago) fu utilizzata anche da Alessandro Manzoni. Meno conosciuto il profilo di Zilioli letterato (si esercitò in un poema eroico, La Costantinopoli acquistata, 1622) e storico della letteratura: il manoscritto dei Poeti italiani, che contiene le biografie di oltre duecento autori, da Buonagiunta all'ultimo Cinquecento, con un corposo preludio dedicato alle origini della lingua italiana, fu ricercato e copiato da molti eruditi tra Sei e Settecento, da Aprosio ad Allacci, da Zeno a Crescimbeni e a Mazzuchelli. Il testo, benché ancora al di qua delle conquiste del metodo erudito moderno, è opera d'indubbio rilievo: sia perché fornisce, soprattutto per gli autori di area veneta, ragguagli e testimonianze difficilmente reperibili altrove, sia in virtù di alcune originali prospettive critiche, come per esempio la rivalutazione della tradizione burlesca, il riconoscimento dell'originalità del teatro di Ruzante, l'interesse, tipicamente barocco, per gli autori dialettali.
Filigrane. Nuovi tasselli per Petrarca e Boccaccio
di Loredana Chines
Libro: Copertina morbida
editore: Antenore
anno edizione: 2021
pagine: 125
Negli antichi volumi le filigrane rivelano in controluce dove e quando una mano ha potuto vergare le carte che compongono il libro, fanno affiorare tracce e indizi celati, solo che lo sguardo del lettore sappia inoltrarsi, curioso e attento, di là da ciò che è immediatamente percepibile. Allo stesso modo, nella fitta trama di sensi della parola letteraria, sempre nuove tessere emergono a definire con linee inedite il disegno di un testo. Nelle opere di Petrarca e di Boccaccio si annidano di continuo implicazioni nascoste, rinvii reconditi che l'occhio del critico può cogliere con l'ausilio degli strumenti della filologia e dell'ermeneutica, tanto piú complessi e ardui da indagare quanto piú abile è il gioco di ripresa e di dissimulazione nella variegata polifonia del sistema letterario. Le tenui trasparenze di senso che trapelano dalla parola letteraria, sempre metamorfica e aperta a nuove suggestioni interpretative, sembrano ricondursi naturalmente a un concetto fondante della filologia e della codicologia, che riesce a collocare nello spazio e nel tempo un manoscritto o una stampa antica a partire dalla sua incontrovertibile materialità.
La biblioteca di Gio. Vincenzo Imperiale. (Genova, 1582-1648)
di Matteo Ceppi
Libro: Copertina morbida
editore: Antenore
anno edizione: 2020
pagine: 724
«Conviene dichiarare subito quello che il lavoro seguente soprattutto intende essere: l'edizione commentata di due inventari che descrivono la raccolta libraria di un patrizio genovese vissuto tra Cinque e Seicento. Dal punto di vista epistemologico, è un genere di ricerca che pertiene prevalentemente alla storia del collezionismo librario privato e che coltiva l'ambizione di consentire di tratteggiare un'immagine della cultura della personalità che riuní l'insieme di testi restituito attraverso la documentazione che è stato possibile rinvenire. In questo si è tenuta presente una definizione data da Giuseppe Prezzolini: "Una biblioteca privata è, in generale, un'immagine dei gusti, o almeno delle necessità di chi l'ha raccolta". E, per precisare la metafora iconica prezzoliniana, bisogna aggiungere che quella che si propone in questa circostanza è una doppia istantanea, che coglie essenzialmente due momenti (corrispondenti ai due reperti manoscritti qui editi) nella vita di un organismo quale è ogni raccolta di libri, che nel corso del tempo cresce, o decresce, e si sviluppa, fino però a morire, quasi sempre per dispersione, altre volte per annientamento imputabile a cause accidentali o intenzionali; un organismo che può trovare posto in spazi di volta in volta differenti e che inevitabilmente si trova a dover passare nelle mani di nuovi proprietari. La storia delle biblioteche, che affonda le proprie radici nei terreni della bibliografia e della biblioteconomia, trae la propria linfa evidentemente da manufatti librari, ma pure da prodotti catalografici (note, liste, inventari, cataloghi ecc., tanto manoscritti quanto a stampa). Per essere correttamente interpretati, gli uni e gli altri richiedono di essere accostati per mezzo degli strumenti della filologia testuale e delle diverse discipline storiche. Da queste interazioni plurime che la vedono protagonista, risulta, di riflesso, che a sua volta la storia delle biblioteche indubbiamente dà un proprio contributo alla ricostruzione dei contesti storico-culturali. Chi leggerà le pagine che seguono non vi troverà allora uno studio sulle fonti, non esclusivamente letterarie, dalle quali attinse, nel corso della propria lunga, seppur intermessa, carriera di scrittore, il possessore della biblioteca restituita dalla documentazione qui edita...»(Dalla Premessa)
I deipnosofisti lincei. Omaggio a Maurizio Vitale
Libro: Copertina morbida
editore: Antenore
anno edizione: 2019
pagine: 205
Il volume rappresenta un omaggio offerto a Maurizio Vitale - professore emerito dell'Università di Milano, nonché, tra le altre cose, socio nazionale dell'Accademia dei Lincei - da alcuni dei suoi amici e colleghi lincei. Il titolo, ispirato all'opera I deipnosofisti, ovvero I dotti a banchetto, di Ateneo di Naucrati (II sec. d.C.), intende riferirsi a una consuetudine conviviale che Vitale e i suoi amici più stretti usavano (ed usano tuttora) tenere in occasione delle periodiche riunioni lincee: ritrovarsi nel romano albergo «Massimo d'Azeglio» per cenare e conversare, tra il serio e il faceto, di cultura, politica e costume.
Filologia e linguistica di Alberto Varvaro. Atti delle Giornate di studio (Napoli, 2-3 maggio 2016)
Libro: Copertina morbida
editore: Antenore
anno edizione: 2019
pagine: 210
«Il libro riunisce gli interventi tenuti nei giorni 2 e 3 maggio 2016 presso l'Università di Napoli « Federico II» in occasione delle giornate di studio su Alberto Varvaro. All'indomani della sua scomparsa (22 ottobre 2014), un gruppo di colleghi, allievi e amici, composto, oltre che da chi scrive, da Nicola De Blasi, Costanzo Di Girolamo, Antonio Gargano, Andrea Mazzucchi e Rosanna Sornicola, si è fatto promotore di un'iniziativa che mirasse non tanto a ricordarne la figura scientifica e umana, di tanto rilievo per l'Università in cui ha esercitato per oltre quarant'anni il suo magistero, quanto piuttosto a proporre un bilancio, sia pur provvisorio, della sua opera, ridiscutendone in modo attento e anche critico le idee, i risultati, i progetti. In quest'ottica si sono invitati studiosi di varia formazione, ma non allievi dello stesso Varvaro, che inevitabilmente avrebbero portato sul lavoro del maestro uno sguardo meno oggettivo. Agli interventi dei sei partecipanti (Lino Leonardi, Martin Maiden, Marisa Meneghetti, Antoni Pioletti, Giovanni Ruffino, Tullio Telman), ognuno dei quali ha approfondito un settore della produzione scientifica di Alberto Varvaro, si è aggiunto il saggio di Francesco Bruni, che dello studioso traccia un ritratto complessivo - si tratta di un contributo già pubblicato negli Atti delle giornate lincee di recente apparizione (Filologia e linguistica nella storia: dalla Sicilia all'Europa. In ricordo di Alberto Varvaro, Roma, Bardi, 2018), che espande, approfondisce e articola quanto detto dallo stesso Bruni alla commemorazione svoltasi il 27 ottobre 2015 presso il Dipartimento di Studi umanistici.» (dalla Presentazione)
Per il Petrarca latino. Opere e traduzioni nel tempo. Atti del Convegno internazionale (Siena, 6-8 aprile 2016)
Libro: Libro in brossura
editore: Antenore
anno edizione: 2018
pagine: XIII-456
"Per il Petrarca latino: opere e traduzioni nel tempo" raccoglie le relazioni presentate all'omonimo convegno senese dell'aprile 2016, conclusivo di un progetto di interesse nazionale dedicato alle «Nuove frontiere della ricerca petrarchesca». Voci di petrarchisti eccellenti, italiani ed europei, si intrecciano a quelle di ricercatori giovani e giovanissimi, in un'indagine dedicata alla produzione latina di Petrarca e alla sua fortuna nei secoli. Accanto a contributi esegetici incentrati sull''Africa', sul 'Bucolicum Carmen' e sulle 'Epystole', trovano così spazio approfondimenti sulla ricezione e sulla traduzione della produzione latina di Petrarca nell'Ottocento, e in particolare su due dei maggiori episodi italiani legati ai nomi di Domenico Rossetti e di Giuseppe Fracassetti. In un dialogo che unisce prospettiva storico-filologica, storia della cultura e storia della ricezione, questi studi seguono l'onda lunga del petrarchismo latino nelle sue molteplici declinazioni - formali, politiche, di pensiero. Contributi di Vincenzo Fera, Francisco Rico, Elisabetta Bartoli, Enrico Fenzi, Alessia Valenti, Rossend Arqués, Luca Marcozzi, Simone Gibertini, Teresa Caligiure, Annalisa Cipollone, Francesca Patella, Barbara Zini, Isabella Becherucci, Arianna Beri, Federica Camilletti, Giulia Carpino, Valeria Merli, Paola Vecchi Galli, Francesca Florimbii, Philippe Guérin.
Osservazioni sulla tortura. Ediz. critica dell'autografo
di Pietro Verri
Libro: Libro in brossura
editore: Antenore
anno edizione: 2018
pagine: XXXVIII-196
Con le “Osservazioni sulla Tortura” Pietro Verri dà una spinta fondamentale al dibattito sette-ottocentesco sui delitti e sulle pene, nel cui solco si inserirà anche il Manzoni della Colonna Infame. In quest’opera Verri esamina per primo la vicenda dei processi agli untori durante la peste di Milano del 1630, proponendo una riflessione che favorisce una svolta decisiva nella cultura giuridica italiana. Il testo, composto a partire dal 1776, era stato pubblicato postumo solo nel 1804. Qui per la prima volta le Osservazioni sulla Tortura sono pubblicate in una edizione critica basata sul manoscritto autografo, accompagnata da un apparato diacronico genetico. Le varianti d’autore emerse attraverso lo studio dell’officina dell’autore permettono di seguire l’elaborazione del testo e il pensiero di Verri nelle diverse fasi della stesura. Conclude il volume una Nota al testo in cui sono descritti i testimoni, la datazione del lavoro di Verri e i criteri alla base dell’edizione. In Appendice è posta una sezione per presentare le varianti troppo estese per essere integrate nell’apparato.