Puntoacapo
Il giovane dolore
di Silvio Raffo
Libro
editore: Puntoacapo
anno edizione: 2022
pagine: 76
Sembra tutta giocata, strutturata, da qualsiasi prospettiva analitica la si voglia guardare, sulla classica e però (perciò!) mai risolta tematica del doppio, intonata ed eseguita tutta d’un fiato in chiave di due, [questa] raccolta di versi. Un titolo, come si vede, tradizionale, forte d’immediatezza lirica, descrittivo a suo modo e a suo modo evocativo, che sembra non nasconder nulla ma che in realtà ci pone già di per sé di fronte a una doppia interpretazione: che vorrà dire, davvero, “giovane dolore”? Istintiva e automatica, una prima chiave di lettura ci sembra essere questa: il giovane dolore è quello che si prova da giovani, è quello del giovane, anzi: di un giovane: Raffo stesso, il ragazzo Raffo, come conferma subito il contenuto della raccolta. (Dalla Postfazione di S. Piersanti) Nella raccolta, Raffo, e certo con lo charme che da sempre lo distingue, rimemora appunto il suo dolore giovane rappresentandolo però come addirittura sorridente, e la ragione di tale sorridere, in grado di rendere cangiante questo dolore, dipende dal suo convivere con la svagatezza, mentre una volta isolato nell’apparir del vero (per citare Leopardi) (Dalla postfazione di S. Aman)
Ora che tutto mi appare più chiaro
di Giuseppe Carlo Airaghi
Libro
editore: Puntoacapo
anno edizione: 2022
Dall'aldilà. Poesie di guerra
di Carlo Focarelli
Libro
editore: Puntoacapo
anno edizione: 2023
pagine: 104
Come lucciole nel buio. Dieci riflessioni sulla vita e sulla letteratura
di Giancarlo Baroni
Libro
editore: Puntoacapo
anno edizione: 2022
pagine: 86
Nel tremore degli anni
di Filippo Ravizza
Libro: Libro in brossura
editore: Puntoacapo
anno edizione: 2022
pagine: 60
"C’è una forza inesplosa nell’ultimo lavoro di Filippo Ravizza. Forza di parole che si ripetono come un mantra o una cantilena dolce. Forza di tempi e luoghi, così felicemente opachi, fatti di rimandi, ritorni, richiami. Forza di idee, figlie di una generazione che si misura con il nuovo, partendo dalle ceneri di una stagione, il Novecento, che non può essere rimossa, liquidata. Ravizza, dopo La coscienza del tempo, poteva scrivere solo questo libro, terribilmente dolce, puro come il suo sguardo lancinante, da vedetta che osserva oltre e cerca risposte, contorni. Si respira aria di Raboni in molti passaggi di Nel tremore degli anni, ma Ravizza è se stesso pienamente in un libro che, a me pare, rappresenti il punto più alto della sua lunga stagione poetica". (Ivan Fedeli)