EDT: Contrappunti
Electrosound. Storia ed estetica della musica elettroacustica
di Giacomo Fronzi
Libro: Libro in brossura
editore: EDT
anno edizione: 2019
pagine: 420
L'uomo d'oggi nasce e agisce in un paesaggio sonoro caratterizzato da una elettrificazione e digitalizzazione sempre più accentuata. Anche se questo è il quadro generale e quotidiano al quale siamo tutti in qualche modo assuefatti, la relazione tra sfera elettronica e universo sonoro costituisce un ambito d'interesse e di approfondimento ben più complesso e articolato. In questo volume si rintraccia, attraverso l'intero xx secolo e oltre, il percorso della rivoluzione estetica e sonora della musica elettronica ed elettroacustica, ricostruendo le principali tappe storico-geografiche attraverso le quali si è sviluppata nelle sue diverse varianti. Combinando musica colta ed extracolta, passato e presente, tecnica e filosofia, transitando dalle sale da concerto ai warehouse, l'autore presenta qui, per la prima volta in maniera così ampia e articolata, una mappa generale della musica elettroacustica, attraverso i suoi protagonisti, le diverse scuole, i suoi interpreti e i suoi ascoltatori. La panoramica che ne deriva spazia dalle pionieristiche esperienze del primo Novecento alla diffusione planetaria della musica disco, techno e dei rave, dedicando una particolare attenzione ai risvolti di carattere filosofico ed estetico, in una prospettiva fortemente internazionale e con la massima apertura nei confronti di tutti i generi musicali.
Quando il mondo si fermò ad ascoltare. Van Cliburn, il pianista che vinse la Guerra fredda
di Stuart Isacoff
Libro: Copertina morbida
editore: EDT
anno edizione: 2018
pagine: 253
Aprile 1958, la cortina di ferro non è mai stata così pesante, gli Stati Uniti e il blocco sovietico si contendono la supremazia mondiale in una cupa battaglia combattuta a colpi di competizioni sportive, lanci di satelliti e minacce nucleari. L'esito della prima edizione del concorso pianistico Cajkovskij, organizzato dal ministero della cultura dell'URSS, sembra pertanto scontato. Poi accade l'incredibile. Mentre le giovani promesse del pianoforte cominciano le prove eliminatorie, si diffonde la notizia di un giovane e magrissimo pianista texano dal talento smisurato e dalla tecnica trascendentale: Van Cliburn. Il pubblico russo, attentissimo a questo tipo di manifestazioni, resta affascinato dal temperamento romantico e passionale del giovane sconosciuto, e comincia a fare il tifo per lui contro ogni logica nazionalista; la giuria, pur discutendo, gli tributa i massimi voti e quello che rischia di diventare un incidente diplomatico giunge alle orecchie dei vertici politici. Scritto da uno dei maestri della divulgazione musicale, l'autore di Temperamento e della Storia naturale del pianoforte, questo libro racconta per la prima volta la storia di quei giorni delicatissimi ed entusiasmanti, quando l'arte, il talento personale, la politica e le tragedie della storia sembrarono confrontarsi pericolosamente. Isacoff descrive il clima di terrore nel quale si svolse il concorso, presieduto da Dmitrij Sostakovic, le storie personali dei componenti della giuria, un impressionante conglomerato di talento che comprendeva personalità del calibro di Sviatoslav Richter, Emil Gilels, Dmitrij Kabalevskij, Heinrich Neuhaus e altri ancora. Ritraccia attraverso documenti originali e testimonianze inedite gli incontri della giuria, i confronti diplomatici e politici, la crescente tensione, il verdetto e le profonde conseguenze che esso avrà sul clima culturale di quegli anni negli Stati Uniti e nell'Unione Sovietica. E naturalmente sulla vita e sulla carriera personale di Van Cliburn. La cronaca di una vicenda che è anche una commovente celebrazione della volontà artistica e della libertà intellettuale che la musica è in grado di donare all'umanità. Anche in una delle pagine più buie della storia.
Il suono nel suono. Ascoltare davvero il Ventesimo secolo.
di Kate Molleson
Libro: Libro in brossura
editore: EDT
anno edizione: 2023
pagine: 328
La storia della musica così come viene insegnata nelle scuole e nelle accademie sembra essere dominata da compositori che condividono alcune particolarità rilevanti: sono tutti bianchi, uomini e nati in Occidente. La giornalista e musicologa inglese Kate Molleson ci aiuta a rovesciare questo stereotipo attraverso la storia di dieci compositrici e compositori che con la loro arte hanno dato un contributo importante alla musica del Novecento, ma che sono normalmente trascurati dai libri in ragione della loro nascita, del loro sesso o del loro radicalismo culturale e artistico. Dal messicano Julián Carrillo alla etiope Emahoy Tsegué-Maryam Guèbrou, dalla russa Galina Ustvolskaya al filippino José Maceda, dallo svizzero-brasiliano Walter Smetak all'inglese Ruth Crawford Seeger, dalla neozelandese Annea Lockwood alla danese Else Marie Pade, dall'americano Muhal Richard Abrams alla francese Éliane Radigue. Un libro scritto con rabbia e passione, che ci aiuta ad aprire le orecchie al mondo, e a sperare in un futuro della musica più inclusivo e consapevole.
Il mistero dei preludi di Chopin
di Anatole Leikin
Libro: Libro in brossura
editore: EDT
anno edizione: 2023
pagine: 256
La raccolta dei ventiquattro "Preludi op. 28" di Chopin è uno dei più celebri capolavori della letteratura pianistica, ma la sua natura e il suo significato sono rimasti fino a oggi misteriosi. Chopin compose i "Preludi" nel 1838 a Maiorca, quando per sfuggire al clima di Parigi e alla curiosità morbosa che suscitava la sua relazione con la scrittrice George Sand, si trasferì sull'isola in compagnia della donna. Ma dopo poche settimane felici il compositore si ammalò, e i medici lo scoprirono affetto da una grave forma di tubercolosi, predicendogli una fine imminente. Chopin si trasferì per le cure in una stanza dell'antico convento di Valldemossa e lì intraprese la composizione dei "Preludi". In questo libro, uno dei massimi studiosi di Chopin al mondo sottopone la raccolta a un'indagine serrata sotto ogni aspetto: da quello storico a quello formale, a quello letterario. Il risultato è al tempo stesso appassionante e sconcertante. Leikin mette in luce tutta una serie di ricorrenze e di temi nascosti che passano da un brano all'altro creando una finora sconosciuta unitarietà, dimostrando come l'intera raccolta sia una sorta di vasta meditazione sui temi della morte, del gotico e delle rovine. Un libro che getta nuova luce sulla personalità di Chopin e su una delle sue più affascinanti creazioni.
Rivoluzioni musicali. Le idee che hanno cambiato la storia della musica, dal Medioevo al jazz
di Stuart Isacoff
Libro: Libro in brossura
editore: EDT
anno edizione: 2023
pagine: 256
Un grande maestro della divulgazione musicale racconta quindici "punti di svolta" della storia della musica: quando intorno a una nuova idea sembra concentrarsi nuova energia creativa e il mondo dei suoni si apre a soluzioni inaspettate. Ci sono momenti in cui la storia della musica sembra spiccare un salto in avanti, grazie a idee che nuova energia, vere e proprie rivoluzioni musicali. Alcuni di questi momenti sono cambiamenti epocali: l'invenzione della notazione musicale, nell'XI secolo; la nascita della polifonia, l'invenzione dell'opera nella Firenze del Seicento, l'irruzione sulla scena di geni come Bach o Beethoven, o l'arrivo del jazz nella Parigi degli anni Trenta. Altri sono momenti di grandi polemiche e discussioni, come quando Arnold Schoenberg e i suoi allievi decisero di cancellare la distinzione fra "consonanza" e "dissonanza", o quando John Cage decise che a dar forma alla sua musica sarebbe stata la casualità del lancio di una moneta. Tutti questi momenti di cambiamento hanno aperto strade verso destinazioni nuove e spesso impreviste, e hanno arricchito il patrimonio della cultura musicale di capolavori straordinari. Stuart Isacoff, pluripremiato maestro della divulgazione musicale e autore di grandi classici come Temperamento, ci racconta 15 di questi grandi momenti di svolta, descrivendone il contesto, i protagonisti e le creazioni in cui si concretizzarono, in un libro fatto per stupire e per appassionare ogni tipo di lettore.
Verdi. Un teatro in musica
di de Van Gilles
Libro: Copertina morbida
editore: EDT
anno edizione: 2022
pagine: 528
Verdi come "uomo di teatro", artista capace di creare potenti macchine drammaturgiche che resistono al passare del tempo. "Lasciate perdere il grande musicista: io sono un uomo di teatro" è una delle frasi celebri con cui Giuseppe Verdi intese presentarsi al suo pubblico rispondendo alle domande di un ammiratore. È sulla falsariga di questa affermazione che Gilles De Van, in un libro ormai considerato tra i grandi classici della musicologia contemporanea, dimostra che dietro a ogni opera di Verdi si profila un mondo musicale originale e coerente, destinato a realizzarsi pienamente solo sulle scene teatrali. Da uno studio accurato dei libretti e delle partiture, De Van ricava gli elementi di base che costituiscono il paradigma dell'opera verdiana, mettendo in rilievo i personaggi tipo e i temi ricorrenti su cui la sua drammaturgia si impernia, ed evidenziando le due estetiche che caratterizzano il suo mondo creativo: quella prevalente nel periodo giovanile, dominata da personaggi semplici e grandi contrasti, e quella sviluppata nei drammi musicali della maturità, caratterizzata dalla complessità, dal chiaroscuro e dal movimento.
Forme dell'addio. L'ultimo Gustav Mahler
di Ernesto Napolitano
Libro: Libro in brossura
editore: EDT
anno edizione: 2022
pagine: 420
Le ultime opere di Mahler come congedo di un grande compositore dalla poetica del Romanticismo e come primo passo della musica sinfonica nella modernità del Novecento. La musica di Gustav Mahler gode di una popolarità senza paragoni nel mondo della musica classica primo novecentesca; alla sua estetica è spesso legata l'idea della fine di un'epoca, dell'estrema malinconia per un mondo in dissoluzione. Nel caso delle ultime Sinfonie, a questo carattere si aggiunge la deformazione che spesso è applicata alle opere estreme degli artisti scomparsi prematuramente, e cioè quella del presagio. Eppure, l'ascolto attento e scevro da pregiudizi delle ultime sinfonie di Mahler dimostra una straordinaria forza creativa, una volontà innovatrice e una ricerca sonora che poco si concilia con queste idee di caducità e di morte. Ciò che, in questo denso e rivoluzionario saggio, Ernesto Napolitano dimostra, è che sotteso alla musica di Mahler, specialmente a partire dalla Settima, sussiste, sì, un commiato, ma di tutt'altro tenore e di tutt'altra importanza artistica.
Umberto Giordano. L'uomo e la musica
di Agostino Ruscillo
Libro: Copertina morbida
editore: EDT
anno edizione: 2021
pagine: 536
"In epigrafe allo spartito di Siberia, l'opera che più amava, Umberto Giordano riporta le parole incise da un prigioniero sul pilastro di confine fra la Russia e l'estrema regione della sua condanna: «L'amore e il dolore non hanno nazionalità». Un motto che potrebbe essere assunto a sintesi estrema del pensiero su cui poggia il teatro musicale del maestro foggiano". Autore di opere popolarissime e raffinate come Andrea Chénier, Fedora o Siberia, Umberto Giordano è una delle personalità di maggiore spicco del clima culturale e musicale europeo fin de siècle. Fra i pochissimi compositori del periodo ad avere mantenuto un posto stabile nel repertorio di tutti i teatri del mondo, Giordano visse la vocazione melodrammatica con cieca fiducia e spirito conservatore: pur guardando, come tanti suoi colleghi del tempo, al teatro wagneriano, il musicista pugliese preferì restare nel solco della tradizione melodrammatica italiana, accogliendo tiepidamente i rinnovamenti europei di primo Novecento. Attraverso un attento lavoro di analisi di tutta la documentazione biografica e le fonti, primarie e secondarie, disponibili, l'iter artistico di Giordano viene qui ricostruito con perizia e accuratezza di particolari: l'infanzia nella Puglia dei primi anni dell'Unità d'Italia, i severissimi studi musicali al Conservatorio di Napoli, i primi successi operistici (Mala vita, 1892), i rapporti con l'editore Sonzogno e con i librettisti, fra cui spicca la figura del talentuoso drammaturgo Luigi Illica, i grandi capolavori, da Andrea Chénier (1896) a Fedora (1898), Siberia (1903) e Mese mariano (1910), la compromissione con il regime fascista, la grandissima fama internazionale, la scomparsa poco dopo la fine della Seconda guerra mondiale.
Claude Debussy. Il pittore dei suoni
di Stephen Walsh
Libro: Copertina morbida
editore: EDT
anno edizione: 2019
pagine: 351
A nessun compositore moderno riuscì come a Claude Debussy il miracolo di innovare dalle fondamenta il linguaggio musicale della propria epoca senza alienarsi il favore del pubblico. Pur dedicandosi anche alla critica e alla direzione d'orchestra, e non mancando di coltivare svariate relazioni sentimentali, la fedeltà all'arte di Debussy fu assoluta, e trovò il suo fondamento in due concetti irrinunciabili: la bellezza e l'esattezza di espressione. Uomo dalla spiccata personalità, Debussy già all'età di dieci anni si fece notare conquistando l'ingresso al Conservatorio di Parigi: nei primi 33 di 157 candidati. I suoi insegnanti ne correggevano le originalità armoniche e contrappuntistiche, ma ne ammiravano contemporaneamente l'ardimento, nonostante l'indole poco incline all'accettazione delle regole. E altrettanto conflittuale fu il suo rapporto con l'altra grande 'influenza' dell'epoca: la musica di Richard Wagner. Debussy, come gran parte dei suoi contemporanei, la studiò con profondo interesse, recandosi anche a Bayreuth per farla propria; non smise mai di cercarvi innovazioni tecniche e formali che fossero funzionali alla propria personale ricerca. Ne respinse con forza però lo spirito magniloquente, la retorica drammaturgica e il pesante nazionalismo, virando verso ben altri mondi sonori e testuali. E poi la fascinazione per il barbarismo e per la musica dell'Estremo Oriente, in particolare per il gamelan giavanese e le sue armonie così sospese, in cui "tonica e dominante non erano più altro che vani fantasmi da spaventare i bambini cattivi". Più a suo agio con i pittori e i poeti che con i colleghi musicisti, Debussy seppe far maturare la propria rivolta verso i principi accademici in un linguaggio modernista a tratti imparentato con il simbolismo e l'esotismo. Fu proprio questa affinità, insieme ad altre circostanze biografiche, ad alimentare un acceso e oggi in buona parte superato dibattito sulla qualità "impressionistica" della sua musica. In questo libro, Stephen Walsh, uno dei più acuti e rispettati critici e storici della musica della scena inglese, intesse con grande abilità la biografia e l'opera del compositore, per raccontare un'altra storia. Quella di un Debussy "pittore dei suoni" non tanto per le qualità immaginifiche della sua opera o per la vicinanza alle atmosfere degli impressionisti, quanto per il modo in cui lavora ai suoi soggetti, ai loro sviluppi e alle loro cornici, creando la forma musicale dalla sua pura necessità interna, senza curarsi di una sintassi o di una tecnica narrativa preconfezionata, classica o wagneriana che sia. Ne nasce un appassionante e inconsueto ritratto dell'uomo e dell'artista, fatto di documenti, analisi musicali e spunti critici intessuti con abilità in un grande racconto biografico. Perché, nelle parole di Walsh, è difficile immaginare gioia più grande di quella che può procurare occuparsi di Debussy, dalle sua vita e della sua meravigliosa opera.
Note dal silenzio. Le grandi compositrici dimenticate della musica classica
di Anna Beer
Libro: Copertina morbida
editore: EDT
anno edizione: 2019
pagine: 294
Fin da quando il nome del compositore di una melodia o di un brano musicale ha cominciato a essere tramandato, le donne che hanno osato presentarsi come creatrici e non come esecutrici o interpreti virtuose hanno dovuto affrontare una battaglia violentissima per affermare la propria voce. Questo libro raccoglie la storia di otto donne meravigliose che hanno scelto questa sfida. Una dopo l'altra, in periodi storici e contesti culturali diversi, dalla Firenze del Rinascimento alla Londra del Novecento, ciascuna di esse ha fronteggiato le ideologie e le consuetudini che cercavano di escluderle dal mondo della creazione musicale. Una dopo l'altra, hanno fatto la propria scelta, hanno giocato le proprie carte nel privato - la sfera femminile - e nel pubblico - la sfera maschile. Molte lo hanno fatto pur in accordo con la società del tempo su ciò che le donne erano capaci di fare, su come dovevano vivere e, punto cruciale, su che cosa potevano o non potevano comporre. Ma se essere compositrice significa, a quel tempo come ora, sfidare ogni avversità, allora è giusto raccontare in che modo tutte loro seppero dominarle e perseverare. Le otto compositrici qui presentate operavano in un contesto che riduceva al silenzio la maggioranza delle donne: le loro vite raccontano invece una storia di impegno e successi artistici che attraversa i secoli, una storia che dovrebbe essere fonte d'ispirazione per tutti e che ha i titoli per essere parte integrante del nostro patrimonio culturale, ma ancora non lo è. E siamo i primi a perderci.
Vita di Rossini
di Stendhal
Libro: Copertina morbida
editore: EDT
anno edizione: 2019
pagine: 405
Entrato in Italia al seguito di quelle armate francesi che ne avrebbero depredato palazzi e città, il giovane Stendhal scoprì nella musica la propria vera vocazione. Come un superbo teatro d'opera, l'Italia gli avrebbe offerto una gamma infinita di suggestioni, un modello di grandi gesta, un campo di passioni, e quelli che egli chiamò i "sentimenti teneri". La "Vita di Rossini", al pari di altre opere affascinanti di Stendhal e soprattutto dei suoi romanzi e racconti italiani, è il diario di questo incontro. Definendola un non-libro, arrogandosi il diritto di contraddirsi, di essere parziale, di sbagliare persino, montandola pagina per pagina con la registrazione degli umori più imprevisti e imprevedibili, egli ci ha così lasciato l'appassionata difesa di una civiltà che stava ormai scomparendo. Il mondo dell'opera, quello dei dilettanti di musica, degli "amateurs", quello del bel canto - mondi dei quali la musica di un genio folgorante come Rossini sembra costituire l'ultima incarnazione - diventano così pura utopia, sogno intravisto e non realizzato. Scrive Bruno Cagli nella sua prefazione: «La fonte è la testimonianza diretta del successo di Rossini, il risultato della registrazione di ciò che si diceva, ciò che si pensava, ciò che si discuteva. Se non dilettante a pieno titolo, Stendhal acquisisce il merito di perpetuare ciò che il dilettante prova. Il fascino della 'Vita di Rossini' sarà questo: aver visto, giudicato il fenomeno non con l'occhio analizzatore del tecnico e di colui che viene dopo, ma con il gusto e gli scarti di chi lo vede apparire occasionalmente sulla pagina della vita. Nella peregrinazione nella terra dei geni alla ricerca di un loro estremo esemplare, Stendhal si era imbattuto in Rossini. E si era accinto a fermare l'evento con la voce appassionata di quanti altri in Italia assistevano, dall'alto della loro passione per la musica e il bello, a quel medesimo fenomeno». Non biografia dunque, ma diario dell'immaginazione, pamphlet, atto di amore e di fedeltà a ciò che egli stesso definì "la mia follia" e che aveva ritrovato nelle pagine più alte delle opere buffe di Cimarosa e di Rossini: leggibile e godibile al pari di quella Certosa di Parma della quale costituisce un vero e proprio pendant.
A lezione dai maestri. Arte, alchimia e mestiere nella direzione d'orchestra
di John Mauceri
Libro: Copertina morbida
editore: EDT
anno edizione: 2019
pagine: 255
Al centro di ogni spettacolo musicale che veda impegnata un'orchestra si trova immancabilmente un personaggio misterioso: è l'unico a voltare le spalle al pubblico, e svolge un mestiere che conserva qualcosa di enigmatico persino per gli ascoltatori più esperti. È il musicista silenzioso, quello che sembra muovere mille fili invisibili agitando le mani dal podio; è l'artista a cui sarà riservata una buona parte degli applausi (o dei fischi) alla fine dell'esecuzione musicale, pur non avendone suonato neppure una nota. Ma che cosa fa, esattamente, il direttore d'orchestra? In che cosa consiste il suo valore? Quali competenze deve avere? Come le ha acquisite? Come si giudicano le sue capacità? Che vita conduce? Quali sono i suoi rapporti con l'orchestra, con i cantanti, con gli impresari, con le istituzioni musicali, con i colleghi? E, soprattutto, fino a che punto l'esecuzione di una composizione può essere influenzata dal suo pensiero e dalla sua arte? Con l'autorevolezza che deriva da oltre cinquant'anni di carriera internazionale, svolta in tutti i grandi teatri del mondo, con le migliori orchestre e i solisti più acclamati, John Mauceri prova in questo libro a rispondere a queste e a molte altre, più sottili domande in un linguaggio chiaro e comprensibile a ogni tipo di lettore. Attingendo ai mille episodi e aneddoti di cui è ricchissimo il mondo dei grandi direttori (i più pettegoli fra i musicisti, come egli stesso ci spiega), non lesinando dettagli tecnici di straordinaria finezza e annotazioni storiche musicologicamente ineccepibili, Mauceri mette a nudo il senso profondo, la magia, la grandezza e le miserie di una professione che ha pochi paragoni per difficoltà, responsabilità e fatica. La sincerità disarmante con cui descrive questo mondo di musicisti ineguagliabili e di più semplici mestieranti, di meravigliose figure d'artista e di personalità dall'egocentrismo sfrenato può lasciare sconcertati, ma si rivela un'introduzione all'arte dei grandi maestri della direzione d'orchestra di inedita potenza narrativa.