Il Mulino: Istituto Veneto Scienze, Lettere e Arti
Migrazioni mediterranee. Migranti, minoranze e matrimoni a Venezia nel basso Medioevo
di Ermanno Orlando
Libro: Copertina morbida
editore: Il Mulino
anno edizione: 2014
pagine: 548
La città di Venezia, crocevia di mondi e di culture, contava, tra basso Medioevo e prima età moderna, comunità consistenti di stranieri tedeschi, albanesi, dalmati e slavi, greci, armeni, ebrei e turchi musulmani, oltre a un numero assai considerevole di schiavi. Questo volume analizza le modalità di inserimento degli stranieri, le loro strategie di adattamento alla città e la pluralità di interazioni tra la società di accoglienza e le sue minoranze. L'autore mette a fuoco le relazioni tra singoli e minoranze: come interagivano, come comunicavano con il gruppo maggioritario, come percepivano se stessi e la società ospite e come agivano in contesti di stretta prossimità e di assidua frequentazione. Emerge così quanto succedeva nelle strutture sociali di base e nelle aree di interconnessione, là dove i confini culturali e identitari erano più rarefatti e maggiori gli spazi per i compromessi e le reciproche contaminazioni. Ne è risultato il volto, di una società pluralistica di antico regime, fatta, come a Venezia, di convivenze plurime, di innesti regolari di persone, saperi e conoscenze e di confronti quotidiani tra diverse tradizioni culturali e religiose.
Metamorfosi del mito classico nel cinema
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Il Mulino
anno edizione: 2011
pagine: 414
Il cinema è stato sia la più grande macchina di creazione di miti del Novecento, sia un gigantesco collettore e trasformatore di miti provenienti da molte culture: mediterranee anzitutto, ma anche nordiche e orientali. Dall'indomani dell'invenzione dei fratelli Lumière, il cinema comincia ad attingere con grande libertà e continuità alle fonti del mito, adattandole, trasformandole, ibridandole e facendole rivivere ai piani alti della produzione, ma anche a quelli più bassi dei generi popolari. L'Istituto Veneto propone, in questo volume, un primo incontro e un primo tentativo di dialogo tra registi che in vario modo si sono avventurati nei territori del mito, e studiosi di competenze disciplinari diverse, con lo scopo di affrontare tematiche generali, dai miti di fondazione alla trasformazione delle figure degli eroi o al continuo riproporsi di alcune figure o miti nel corso della storia del cinema, assieme ad analisi specifiche di tipo intertestuale che mettano in luce la capacità dei miti di continuare a riprodursi, moltiplicarsi, mimetizzarsi e trasmettersi attraverso il cinema e i molti altri canali mediatici. A completamento del progetto è allegato al volume un DVD con documenti per lo più inediti di viaggi effettuati da Folco Quilici, appositamente restaurati e montati dall'autore. Quilici incontra mitologie diverse nei cinque continenti e ci offre testimonianze uniche di riti, mondi e culture oggi scomparse per sempre.
Le trasformazioni dei paesaggi e il caso veneto
Libro: Copertina morbida
editore: Il Mulino
anno edizione: 2010
pagine: 185
II volume propone il delicato tema dell'evoluzione dei paesaggi assumendo il Veneto come caso esemplare, ma nel contesto delle trasformazioni complessivamente in atto, che impongono meditate analisi di carattere più generale. Il paesaggio negato, la bellezza come fattore di sviluppo e motore di selezione, le relazioni fra urbanizzazioni e sicurezza idraulica e ambientale dei territori, il ripristino, la conservazione e l'uso del territorio, la salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale sono i temi sviluppati in questo libro: con l'approccio multidisciplinare - e dunque con attenzione agli aspetti sociali, economici, legislativi e amministrativi - che caratterizza le attività dell'Istituto. "Davvero l'ambiente" - scrive Ortalli - "sta pagando un tributo non piccolo alle migliorate condizioni di vita", e gli anni dello sviluppo hanno avuto come corollario un livello di alterazione che in troppi casi si è rivelato devastante per il paesaggio; e se è vero che "il mondo è cambiato", sul paesaggio però "restano i segni del passato e cancellarli dimenticandone il valore non vuol dire essere più "moderni" o in linea coi tempi; significa invece ritrovarsi più poveri, tagliare le proprie radici e uccidere la memoria".