Jaca Book: Di fronte e attraverso. Storia dell'arte
La basilica di Sant'Ambrogio a Milano. L'opera inedita di Fernand De Dartein
di Tancredi Bella
Libro: Copertina morbida
editore: Jaca Book
anno edizione: 2014
pagine: 227
Nell'effervescente contesto culturale del secondo XIX secolo, la coscienza nazionale dell'Italia unificata riscopriva la propria identità storica e le radici artistiche; si incrementavano i cantieri di scavo archeologico e di ripristino architettonico: fra i più emblematici quello di Sant'Ambrogio a Milano. In quest'orizzonte, l'ingegnere francese Fernand de Dartein (1838-1912) redigeva l'Étude sur l'architecture lombarde et sur les origines de l'architecture romano-byzantine, prima e colossale indagine sul romanico in Lombardia, e svolgeva i suoi sopralluoghi alla basilica, documentati da schizzi, disegni e planches acquerellate preparatorie alle incisioni. A cent'anni dalla morte dello studioso francese, questa ricerca ne ricostruisce l'indagine e riesamina alcune questioni problematiche, cronologiche e strutturali, riconsiderando come la basilica di Sant'Ambrogio nell'Ottocento abbia avuto nuova vita e sia diventata la basilica che oggi conosciamo.
Augusto e Virgilio. La rivoluzione artistica dell'Occidente e l'Ara Pacis
di Gilles Sauron
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2013
pagine: 128
A Roma politica e poesia non si sono mai potute dividere. I poeti mostravano ai governanti la strada oppure li contestavano. Con Augusto, Roma opera la grande rivoluzione artistica: l'armonia, la pace, l'ordine al posto dello strano e dell'esotico. E Virgilio che, cantando le origini di Roma, indica ad Augusto la strada per la rinascita artistica dell'Impero. L'arte diviene specchio di una nuova ideologia, che influenzerà la storia occidentale con corsi e ricorsi rispetto alla classicità augustea. Essa è presente nello stesso sguardo di Virgilio accompagnatore di Dante. La pace di cui gli uomini e i governanti si sono mostrati sovente incapaci è così "realizzata" da Augusto nel decoro dell'ara Pacis Augustae.
L'immagine negata. Il concilio di Hieria e la formalizzazione dell'iconoclasmo
di Emanuela Fogliadini
Libro: Copertina morbida
editore: Jaca Book
anno edizione: 2013
pagine: 234
Il tema dell'immagine ha sempre accompagnato la storia del cristianesimo: un iniziale aniconismo, influenzato dal divieto veterotestamentario di farsi immagini di Dio, si sarebbe aperto, con il passare dei secoli e non senza resistenze, a una piena accettazione dell'arte sacra figurativa, a cui la tradizione dell'Oriente bizantino riconobbe una natura teologica di primaria importanza in ordine alla rivelazione del mistero cristiano. In questa ricostruzione l'iconoclasmo e la negazione delle immagini sono stati letti come una crisi, un'interruzione dolorosa in un mondo ormai votato al culto dei tratti di Cristo e dei santi fissati nelle icone. Il cristianesimo delle origini tuttavia, pur tra ostacoli e discussioni, ha realmente accolto e promosso la possibilità delle raffigurazioni religiose? Le lotte iconoclaste furono davvero un momento di crisi o piuttosto l'apice di un cristianesimo spirituale come fu quello dei primi otto secoli? Gli imperatori iconoclasti imposero la propria linea teologica a un clero favorevole alle immagini sacre, o piuttosto furono i difensori convinti di un aniconismo che nel contesto del cristianesimo bizantino rappresentava una tendenza diffusa? Da quando la Chiesa d'Oriente ha iniziato a credere che le icone fossero "irruzione dell'eternità nel tempo"?
La preghiera e l'immagine. L'esicasmo tardobizantino (XIII-XIV secolo)
di Marco Toti
Libro: Copertina morbida
editore: Jaca Book
anno edizione: 2012
pagine: 185
Sul Monte Athos, orientativamente tra la seconda metà del 1200 e la seconda metà del 1300, si andò precisando quella specifica forma di ascesi nota come esicasmo. Il primo capitolo del volume è costituito da un'analisi per lo più storico-comparativa dell'esicasmo athonita fra XIII e XIV secolo (il referente principale essendo il sufismo islamico più o meno coevo). In tale periodo emerge, infatti, nella sua forma più elaborata, ciò che chiamiamo "tecnica psicofisica" connessa al "metodo di orazione esicasta". In questa sezione, lo studio si propone di puntualizzare il significato antropologico dei procedimenti esteriori coordinati alla ripetizione della formula di invocazione, procedimenti che, sebbene non essenzialmente costitutivi dell'esicasmo, sono da considerarsi tutt'altro che marginali. Nel secondo capitolo sono trattati alcuni temi connessi alla prassi ascetica in oggetto. Particolare attenzione è rivolta agli aspetti "iconografici" e alla questione del 'mundus imaginalis', le cui relazioni con l'attività ermeneutica e con il tema della "tradizione" risultano evidenti; a ciò si collega il problema dell'ermeneutica quale metodo storico-religioso suscettibile di trasformare la vita dello studioso e veicolo di un "ecumenismo dei contemplativi", eventualmente applicabile alle diverse tradizioni religiose.
Gerusalemme a Roma. La Basilica di Santa Croce e le reliquie della Passione
Libro: Copertina morbida
editore: Jaca Book
anno edizione: 2012
pagine: 292
Nonostante l'antichità dell'edificio, di fondazione costantiniana, e il prestigio conferito dal prezioso "tesoro" delle reliquie della Passione di Cristo, la basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma non disponeva ancora di un'indagine complessiva della sua storia, monumentale, artistica e spirituale. Gli studi, caratterizzati specialmente negli ultimi anni da importanti interventi di scavo e restauro, si sono però infittiti, sia sulla topografia della zona, di eccezionale rilievo archeologico, sia sulle strutture architettoniche e il complemento pittorico tra Medioevo ed Età moderna. Si è ritenuto quindi opportuno proporre uno strumento di conoscenza sicuro e aggiornato, che oltre a presentare, in efficace sintesi e per nodi fondamentali, la complessa vicenda dell'edificio, integrasse l'approccio tradizionale con la riflessione sul patrimonio di reliquie che lo caratterizza e sulla figura della fondatrice, l'imperatrice Elena, che ne ha fatto una "Gerusalemme a Roma", sintesi irripetibile dei due massimi centri della cristianità. Al progetto, promosso dall'Editoriale Jaca Book, è stato chiamato a collaborare un nutrito gruppo di specialisti, con il coordinamento di Roberto Cassanelli, dell'Università Cattolica del S.C. di Milano, e Emilia Stolfi, a lungo curatrice dell'Archivio dell'abbazia cisterciense di Santa Croce.
Le mobili frontiere dell'arte. Tra Medioevo e Rinascimento
di Liana Castelfranchi Vegas
Libro: Copertina morbida
editore: Jaca Book
anno edizione: 2012
pagine: 301
Nella fitta trama di genealogie stilistiche, di analisi iconografiche e iconologiche, di rinvii alla ricezione del pubblico e alle esigenze della committenza che danno corpo allo studio della produzione artistica, la dimensione territoriale risulta spesso decisiva: viaggi di artisti e di opere, mutuazioni di modelli, scambi culturali e materiali agevolati dalle grandi vie di pellegrinaggio o dalle rotte marittime, frontiere permeabili che, al di là della percezione corrente, agevolano le reciproche relazioni. E questo lo scenario, suggestivo e in gran parte inatteso, che prospettano i saggi qui riuniti di Liana Castelfranchi - tra i maggiori studiosi di arte medievale in Italia. Facendo perno sul concetto di "gotico internazionale" e sulla de-gerarchizzazione tra arti "maggiori" e cosiddette "minori", Liana Castelfranchi propone una rivisitazione dei nodi fondamentali della cultura figurativa tra Medioevo e Rinascimento nella quale l'Italia dialoga proficuamente con l'Europa e in particolare le Fiandre nel delicato momento di passaggio fra Tre e Quattrocento. A testi che hanno segnato in profondità gli studi recenti di storia dell'arte ne sono stati affiancati di inediti e poco noti che delineano figure fondamentali come Giovannino de' Grassi, Masaccio, Beato Angelico, Jan van Eyck, Hans Memling e Antonello da Messina, con importanti puntualizzazioni filologiche e critiche.
Il volto di Cristo. Gli archetipi del Salvatore nella tradizione dell'Oriente cristiano
di Emanuela Fogliadini
Libro: Copertina morbida
editore: Jaca Book
anno edizione: 2011
pagine: 221
Cristo lasciò personalmente e direttamente i tratti del proprio volto impressi su un panno. È questo l'affascinante e misterioso inizio che accomuna le icone Acheropite di Cristo. Immagini «non fatte da mano d'uomo», pressoché sconosciute al mondo occidentale, rappresentano invece il fondamento della ritrattistica dell'Oriente cristiano per quanto riguarda il volto di Gesù. Icone straordinarie che fondano la teologia e la storia dell'arte o piuttosto immagini inventate dalla Chiesa per legittimare il culto delle rappresentazioni sacre in un'epoca di violenti dibattiti come fu quella delle lotte iconoclaste? Il libro di Emanuela Fogliadini indaga intorno a queste fondamentali questioni, con uno studio completo sugli Acheropiti di Cristo, di cui nessuno si era più fatto carico, in modo così sistematico, da oltre un secolo, dopo il monumentale lavoro di Ernst von Dobschiitz. Una rigorosa analisi dei fondamenti teologici, accompagnata da un viaggio entusiasmante tra le avventure e i misteriosi intrecci di cui furono protagoniste queste sorprendenti icone, offre un quadro dettagliato sul tema e restituisce agli Acheropiti di Cristo il fondamento teologico-dogmatico di cui godono nell'ambito del cristianesimo ortodosso. Dalle pagine emerge il confronto tra le prospettive teologiche e artistiche di Oriente ed Occidente sugli Acheropiti di Cristo e, più in generale, sulle icone e la teologia tutta. Presentazione di Piergiuseppe Bernardi.
Immagine, icona, economia. Le origini bizantine dell'immaginario contemporaneo
di Marie-José Mondzain
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2006
pagine: 301
Sant'Agostino nel 400, a proposito del tempo, scriveva che esso era stato costituito dalla divina provvidenza per la nostra salvezza. L'affermazione che la vita umana del suo svolgersi e la storia fossero inserite nell'economia (dispensatio) di salvezza gettava le basi per una visione escatologica del passare del tempo e della sua stessa esistenza. Un'operazione analoga è stata compiuta dai Padri della Chiesa riconoscendo una economia salvifica alle forme artistiche che raffiguravano l'invisibile. A seguito della crisi dell'iconoclasmo bizantino dell'VIII e IX secolo, l'affermazione dell'economia salvifica della rappresentazione artistica ha consentito all'immagine di farsi icona, consegnando alla Chiesa uno strumento pedagogico.
Arte medievale. Le vie dello spazio liturgico
Libro: Copertina morbida
editore: Jaca Book
anno edizione: 2012
pagine: 262
Il libro intende focalizzare l'attenzione sullo spazio liturgico inteso non in senso astratto, ma come luogo percorso da "vettori" materiali, visivi o ideali, che si configurano nell'architettura, nei complementi figurativi, nell'arredo, nei cerimoniali, e che non necessariamente coincidono con l'orientamento principale della chiesa. Nell'essenza, il problema è quello della destinazione e della funzione degli spazi liturgici, della loro reciproca connessione, del modo in cui i sistemi pittorici e plastici riflettono e documentano tali connessioni "dinamiche". L'orientamento della chiesa cristiana fu percepito come un problema dagli aspetti molteplici, tuttavia non necessariamente la basilica paleocristiana sottende l'idea di un percorso in direzione dell'altare, bensì eventualmente anche opposto. L'alto Medioevo - soprattutto con la definizione delle cripte a corridoio - porrà la prospettiva di un percorso progettato per la visita alle reliquie, finché l'età romanica conclamerà interi edifici programmati come santuari monumentali (pur essendo anche chiese monastiche o cattedrali). Dall'età carolingia fino al romanico era stata presa in considerazione anche l'eventualità di chiese a doppia direzionalità, cioè ad absidi opposte, con connotazioni liturgiche diversificate. La pittura e il mosaico costituirono le "integrazioni" figurative dell'edificio di culto fin dalla prima età cristiana, mentre per la scultura lapidea si dovrà attendere l'"esplosione" romanica.
L'arte medioevale in Italia e nell'Occidente europeo
di Liana Castelfranchi Vegas
Libro
editore: Jaca Book
anno edizione: 2012
pagine: 278
L'attenzione portata alla circolazione europea delle grandi correnti artistiche e quella dedicata alle varie espressioni delle "arti minori" costituiscono la struttura di questa sintesi dell'arte medioevale, che copre un arco temporale che va dal IV secolo alla prima metà del XV.
Piranesi and the Campus Martius: the missing Corso. Topography and arcaheology in eighteenth-century Rome. Ediz. italiana e inglese
di Joseph Connors
Libro: Copertina morbida
editore: Jaca Book
anno edizione: 2012
pagine: 167
La pubblicazione (1762) del Campo Marzio di Giovanni Battista Piranesi, quinto volume delle sue "Antichità romane", la più ampia ed erudita ricostruzione mai compiuta della Roma antica, suscitò grande sorpresa. Al suo interno era infatti scomparsa la Via Lata (l'odierna Via del Corso), un'arteria fondamentale nella rete viaria dell'Urbe, spostata in altra parte della città. Per spiegare i motivi dell'originale scelta, Connors indaga sulla genesi dell'opera e ripercorre la storia delle precedenti piante di Roma utilizzate da Piranesi, da quella di Leonardo Bufalini (1551) alla scoperta (1562) dei frammenti della pianta marmorea risalente a Settimio Severo, sino alla pianta, recentissima, di Giovanni Battista Nolli (1748). Anche se le ipotesi piranesiane sono state smentite dalle ricerche più recenti, il suo modo di "anatomizzare" le rovine con immaginazione quasi visionaria, nutrita dal sapere cumulato da generazioni di antiquari e di topografi ma anche dall'esame diretto dei resti sopravvissuti, rimane straordinariamente avvincente e istruttivo. Il volume pubblica sia il testo pronunciato in italiano della XXI "Conferenza dell'Unione" tenuta a Roma il 1° dicembre 2003, sia quello successivamente elaborato, ampliato e annotato, in inglese. Prefazione di Walter Geerts. Introduzione di Lousie Rice.
Edilizia pubblica e potere politico nella Roma repubblicana
di Margareta Steinby
Libro: Copertina morbida
editore: Jaca Book
anno edizione: 2012
pagine: 121
Nella Roma repubblicana tutta l'edilizia civica era di competenza dei magistrati (censori, consoli, pretori, edili, tribuni della plebe, curatores viarum); al loro nome,sono così legati alcuni dei monumenti più celebri dell'antica Roma (come la Via Appia). Esaminando le questioni attinenti la committenza, il finanziamento, l'autorizzazione dell'edilizia pubblica, Eva Margareta Steinby, sulla base di un serrato esame delle fonti greche e latine, mette in discussione le versioni vulgate della storiografia e propone un quadro nuovo nel quale la presenza dello Stato appare determinante più di quanto prima si pensasse. Steinby ripercorre così la storia di Roma repubblicana da una prospettiva inusuale e offre al lettore un'inedita storia politica attraverso l'analisi delle costruzioni. Prefazione di Bernard H. Stolte. Introduzione di Filippo Coarelli.