Libri di Abdelmalek Sayad
La doppia assenza. Dalle illusioni dell'emigrato alle sofferenze dell'immigrato
di Abdelmalek Sayad
Libro
editore: Raffaello Cortina Editore
anno edizione: 2002
pagine: XVI-402
Frutto di vent'anni di ricerche, "La doppia assenza" mette a fuoco il problema urgente e difficile dell'immigrazione e disegna uno scenario conflittuale tra le società ricche e quelle povere. A cavallo tra le une e le altre, il migrante è sempre "fuori luogo", preso nel paradosso di una "doppia assenza". Una è l'assenza dell'immigrato dalla propria patria, l'altra è l'assenza dell'emigrato nelle cosiddette "società d'accoglienza", nelle quali è incorporato ed escluso al tempo stesso.
Una Nanterre algerina, terra di «bidonville»
di Abdelmalek Sayad
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2020
pagine: 136
Il lavoro di Abelmalek Sayad è una ricostruzione della genesi e dello sviluppo di quella che è stata una delle più estese bidonville francesi. Intorno a Nanterre, città satellite di Parigi e nuova sede universitaria, cresce a partire dalla metà degli anni Cinquanta un insediamento autocostruito di lavoratori algerini. Si tratta del culminare di un processo migratorio che aveva preso le mosse nel paese di origine con la strutturazione militar-coloniale dei territori occupati dalla Francia: la bidonville di Nanterre è quindi conseguenza delle politiche coloniali già esplorate dallo stesso Sayad insieme a Pierre Bourdieu in le Deracinement (1962). Al tempo stesso la Nanterre algerina è lo specchio della crisi degli alloggi che ha caratterizzato le città europee del secondo dopoguerra. Il livello zero dell’abitare proposto ai lavoratori algerini è non solo un esempio drammatico di working homelessness ma anche un territorio di sperimentazione di forme marginali dell’abitare metropolitano che si troveranno ad essere riproposte in più luoghi e in altri momenti della storia europea contemporanea. Di qui la grande attualità di questo testo nell’epoca del riaffermarsi della precarizzazione dell’abitare migrante. La traduzione del volume è l’ideale completamento di altri importanti lavori che il grande sociologo ha dedicato alla condizione abitativa dei lavoratori immigrati algerini, già apparsi in lingua italiana.
Lo sradicamento. La crisi dell'agricoltura tradizionale in Algeria
di Pierre Bourdieu, Abdelmalek Sayad
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2022
pagine: 216
Fra il 1954 e il 1960, nel mezzo della guerra di Algeria, più di due milioni di contadini algerini - un quarto della popolazione - furono forzatamente spostati dai loro villaggi e riallocati in campi controllati da militari francesi, dando vita a quello che è stato uno degli spostamenti di popolazioni rurali più brutali e più massiccio che la storia abbia mai conosciuto. In questo contesto Pierre Bourdieu e Abdelmalek Sayad conducono un'osservazione statistica ed etnografica che esamina, nel momento stesso in cui sono scardinate, le strutture più importanti dell'economia e del pensiero contadino. I due studiosi, attraverso un lavoro di ricerca appassionato, ricostruiscono contemporaneamente un potente affresco della distruzione del modo di vita tradizionale contadino e dei brutali effetti del potere coloniale. Il testo, tassello fondamentale del lavoro di ricerca di Pierre Bourdieu e di Abdelmalek Sayad, è la prima traduzione in italiano.
Algeria: nazionalismo senza nazione
di Abdelmalek Sayad
Libro: Copertina morbida
editore: Mesogea
anno edizione: 2004
pagine: 136
L'immigrazione o i paradossi dell'alterità. L'illusione del provvisorio
di Abdelmalek Sayad
Libro: Copertina morbida
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2007
pagine: 127
Abdelmalek Sayad si interroga sulle cause e le ragioni che hanno determinano le partenze, e sulla diversità delle condizioni di origine. Rompendo con l'etnocentrismo, Sayad restituisce agli "immigrati", che sono anche degli "emigrati", la loro origine, e le particolarità che li caratterizzano e differenziano. Osservando da vicino la condizione degli "immigrati", introducendoci nel segreto delle sofferenze legate alla separazione, conducendoci al cuore della contraddizione costitutiva di una vita impossibile e inevitabile attraverso l'evocazione delle innocenti menzogne con cui si riproducono le illusioni a proposito della terra d'esilio, Sayad disegna un ritratto sorprendente di queste "persone fuori posto", sprovviste di un luogo appropriato nello spazio sociale e di una posizione nelle classificazioni sociali.