Libri di Carolina Pacchi
Iniziative dal basso e trasformazioni urbane. L'attivismo civico di fronte alle dinamiche di governance locale
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori Bruno
anno edizione: 2020
pagine: 133
Le iniziative dal basso, animate da cittadini e loro organizzazioni, hanno ormai raggiunto un elevato livello di diffusione e di maturità nelle città europee. Riguardano temi di interesse comune, come il livello e l'accessibilità dei servizi, il verde e la qualità dell'ambiente, gli spazi pubblici, il riuso di edifici abbandonati, le nuove filiere del cibo, diverse forme di produzione e fruizione culturale. Vengono lette come opportunità di rafforzamento della democrazia locale e come contributo alla definizione di politiche di pianificazione e di rigenerazione urbana più efficaci. Nonostante le attese nei loro confronti, non sempre le iniziative dal basso mantengono le promesse: esse, infatti, non sono esenti da rischi di piegatura localistica, incrementalismo e, in alcuni casi, sindrome Nimby; inoltre, l'interfaccia tra queste azioni e le Amministrazioni Locali, che pure si rivela cruciale per comprendere l'impatto potenziale di queste iniziative, è estremamente complessa. A partire da ricerche sul campo svolte a Milano e a Berlino, e reinterpretando criticamente il ruolo delle iniziative dal basso in una cornice più ampia, questo libro argomenta come, pure a fronte di possibili rischi, ma solo in presenza di alcune condizioni di contesto, la dimensione insorgente di queste iniziative possa giocare un ruolo molto importante ed essere un elemento sempre più rilevante del policy making e dei processi di trasformazione urbana nel loro complesso. Mentre in generale le condizioni di contesto, legate alla situazione socio-economica, alla struttura politica e ai meccanismi istituzionali, giocano un ruolo determinante nel definire spazi e traiettorie di trasformazione urbana, vi è tuttavia un importante spazio di azione per le iniziative dal basso, che possono così contribuire a modificare la struttura stessa per farla evolvere in una direzione in grado di favorirle (attraverso una modifica della struttura delle opportunità politiche). Carolina Pacchi è professore associato di Tecnica e Pianificazione Urbanistica presso il Politecnico di Milano, dove insegna Planning Theory and Practice e Local Conflict Resolution. Svolge attività di ricerca sulle trasformazioni dei sistemi di governante nelle città europee, sull'attivismo urbano dal basso e sulle disuguaglianze e forme di segregazione urbana. Si è occupata delle relazioni tra territori e forme della produzione e del lavoro. Ha pubblicato testi e articoli su questi temi a livello nazionale e internazionale.
La macchina del tempo. Leggere la città europea contemporanea
di Elena Granata, Carolina Pacchi
Libro: Copertina morbida
editore: Marinotti
anno edizione: 2011
pagine: 232
La città europea è un viaggio nel tempo. A Venezia come a Budapest, a Praga come a Parigi, entro un tessuto storico di origine romana o medievale, la forma delle strade e degli edifici, il colore delle pietre, i materiali rendono possibili "incursioni" nelle epoche storiche che ci hanno preceduto. Gli occhi curiosi di un viaggiatore possono ancora scorgere dietro le immagini del presente l'intreccio di epoche e di tempi lontani, il lavoro di uomini e società che hanno dato origine al paesaggio contemporaneo. Leggere le permanenze e le trasformazioni avvenute è un esercizio che può aiutarci a comprendere la città contemporanea. Come una macchina del tempo il testo esplora la città europea nel suo farsi, attraverso il crollo della romanità, la costruzione della città medievale, il cambiamento di prospettiva rinascimentale e la rottura degli orizzonti del barocco, l'avvento della città industriale. Riconoscere le forme e i mutamenti, cogliere i nessi (quando ancora) esistenti tra spazio e società, non può essere oggi solo una competenza di cui dispongono i tecnici e i professionisti, gli studiosi e gli storici. È un attitudine che coinvolge il nostro essere cittadini di questo mondo e di questo tempo. Riconoscere questo codice culturale e trasmetterlo alle nuove generazioni è un'urgenza etica prima ancora che estetica, un modo per capire il tempo presente ma anche per immaginare possibili futuri.