Libri di Ernesto De Martino
La terra del rimorso. Contributo a una storia religiosa del Sud
di Ernesto De Martino
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2023
pagine: 464
La Terra del rimorso di Ernesto De Martino, un classico del pensiero contemporaneo, verte sul tarantismo, un istituto culturale d'impronta magica, diffuso nelle comunità contadine del Salento, al cui interno la musica e la danza ricoprono un ruolo d'importanza primaria. Nel 1959 De Martino ne fece l'oggetto di un'innovativa inchiesta etnografica, guidando un'équipe formata da specialisti di discipline diverse, dalla storia delle religioni all'etnomusicologia, dalla psichiatria alla sociologia. Lungi dall'essere un mero fenomeno morboso, il tarantismo si configura, nella straordinaria indagine demartiniana, come un orizzonte mitico-rituale di deflusso di profondi conflitti operanti nell'inconscio, fatti risalire al morso della Taranta, monstrum mitico evocato dal suono di musiche del repertorio tradizionale, che i tarantati dovevano sfidare e vincere in una vorticosa gara di danza. Questa nuova edizione conferisce il massimo risalto alla ricchezza teorica di un'opera che va ben oltre l'indagine di un peculiare fenomeno di catartica musicale, mobilitando le due competenze disciplinari, storico-religiosa e antropologica, che hanno innervato il pensiero di De Martino. Marcello Massenzio individua la tematica etico-politica alla base della scelta di studiare il tarantismo, in un confronto con l'altro grande etnologo dei suoi tempi, Claude Lévi-Strauss e il suo disagio o «rimorso» di fronte alla disgregazione delle culture indigene nel mondo postcoloniale. Fabio Dei analizza l'altro dialogo cruciale nella genesi dell'opera, quello tra De Martino e Antonio Gramsci, riconducendo il progetto delle spedizioni etnografiche nel Mezzogiorno all'influenza delle annotazioni gramsciane sul folklore come cultura delle classi subalterne. Con il dossier fotografico di Franco Pinna. Introduzione di Marcello Massenzio e Fabio Dei.
Il mondo magico. Prolegomeni a una storia del magismo
di Ernesto De Martino
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 384
"Il mondo magico" di Ernesto De Martino occupa un posto di rilievo tra i classici del pensiero europeo contemporaneo: pubblicato nel 1948, ha conosciuto un numero cospicuo di edizioni, che testimonia di un perdurante interesse per l'inedita valutazione della magia come istituzione culturale garante della presenza umana nel mondo. Ogni generazione di lettori si è così accostata al capolavoro demartiniano in modi conformi allo spirito del tempo, privilegiando determinati nuclei problematici e lasciandone altri nell'ombra. Oggi siamo più inclini a riconoscere tutto il valore innovativo del metodo di ricerca di Ernesto De Martino, basato sull'intreccio tra prospettiva storica ed etnologica. L'asse portante del libro risiede nel confronto critico, funzionale alla presa di coscienza dei rispettivi caratteri individuanti, tra l'Occidente e l'Altro da sé, tra il nostro e l'altrui modo di «essere uomini in società». Profondamente radicato nel contesto storico in cui venne concepito, "Il mondo magico" va letto oggi alla luce dell'immane tragedia del secondo conflitto mondiale. De Martino si interroga sulle cause profonde della grande crisi dell'Occidente, di cui individua con sensibilità antropologica i germi nell'abbandono della tradizione storico-culturale di appartenenza: da qui l'urgenza di promuoverne una rinnovata consapevolezza critica. E proprio in relazione al conseguimento di tale obiettivo, che non potrebbe non riguardare anche il nostro presente, il confronto con il «culturalmente alieno» manifesta tutta la sua pregnanza.
La fine del mondo. Contributo all'analisi delle apocalissi culturali
di Ernesto De Martino
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2019
pagine: 612
"La fine del mondo" di Ernesto De Martino va ormai annoverato tra i classici del pensiero europeo contemporaneo. La presente edizione offre numerosi elementi di sostanziale novità rispetto a quella pubblicata da Einaudi nel 1977, e consente ai lettori di gettare nuova luce sul capolavoro del grande studioso. Il lavoro collegiale di valutazione critica dei materiali preparatori dell'ampio saggio rimasto incompiuto si è proposto di far emergere in tutta la sua portata un pensiero complesso, situato al punto d'incrocio tra antropologia, filosofia e storia, in cui convergono stimoli intellettuali di varia provenienza, rielaborati dall'autore in modo del tutto personale. A tale scopo i tre curatori hanno deciso sia d'inserire nel testo una selezione degli scritti filosofici piú rappresentativi, non presenti nell'edizione italiana, sia di porre in risalto i nessi strutturali tra le varie sezioni in cui si articola il progetto dell'opera: ciò ha comportato la revisione dell'intera architettura del volume, nel rispetto delle intenzioni dell'autore. Alla base dell'indagine sulle diverse declinazioni storiche del tema della «fine del mondo» vi è il bisogno di fare luce sul presente della civiltà occidentale, attraversata da una crisi che sembra corroderne le fondamenta dall'interno, avviandola verso un assai probabile declino. De Martino s'interroga sulle motivazioni profonde di questo complesso fenomeno, volgendo lo sguardo alla psicopatologia, alla filosofia, all'arte e alla letteratura. Lo studioso affronta una serie di nodi cruciali, che vanno dal senso di «spaesamento» dell'uomo d'oggi allo sfaldamento della memoria storica, in cui sono sedimentate le scelte culturali che contraddistinguono una determinata civiltà.
La collana viola. Lettere 1945-1950
di Cesare Pavese, Ernesto De Martino
Libro: Copertina morbida
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2022
pagine: 304
È il 1945 quando Cesare Pavese ed Ernesto de Martino iniziano a scriversi e a discutere del progetto di una collana editoriale. Argomento dei loro fitti scambi è quella che prenderà il nome di «Collezione di studi religiosi, etnologici e psicologici» dell'editore Einaudi - trasferita poi nel 1957 alla Boringhieri -, la «collana viola» che ebbe il merito di introdurre in Italia scienze fino allora pressoché sconosciute: l'etnologia e la storia delle religioni, la psicologia religiosa e lo studio dei dislivelli culturali. La collana fu un successo - si inseriva al momento giusto nell'ambiente culturale della ricostruzione affamato di novità e fortemente ricettivo -, ma fu anche motivo di scandalo, posta sotto accusa da destra dai crociani, e da sinistra dai comunisti più ortodossi. Pavese e de Martino si difendono dalle accuse e innescano una discussione di straordinaria importanza da cui emergono i punti chiave di quel dibattito tra politica e cultura che caratterizzò il dopoguerra, in uno scambio intellettuale e umano che sarà interrotto dalla tragica morte di Pavese, ma che non segnerà la fine della fortuna della ormai mitica «collana viola». A distanza di vent'anni dalla prima edizione, "La collana viola" viene riproposto con una nuova prefazione, nuove note editoriali e alcune lettere inedite che svelano ulteriormente i retroscena del laboratorio intellettuale della serie di studi che ha fatto conoscere al grande pubblico autori come Jung, Kerényi, Propp, Durkheim, Malinowski e tanti altri.
Oltre Eboli. Tre saggi
di Ernesto De Martino
Libro: Copertina morbida
editore: E/O
anno edizione: 2021
pagine: 97
Nonostante sia considerato, a livello internazionale, uno dei maggiori innovatori dell'etnologia e della storia delle religioni, Ernesto de Martino appare oggi poco letto e studiato, quasi dimenticato dagli studiosi di antropologia, di post-colonialismo e di cultura popolare. Questi tre saggi rappresentano un invito alla riscoperta di uno degli intellettuali più originali che ha prodotto il nostro Novecento: da "Intorno a una storia del mondo popolare subalterno", dove le riflessioni marxiste ci spingono "oltre Eboli", passando per le epifanie e i canti popolari di "Note lucane", fino a "Il problema della fine del mondo", che indaga sul rapporto tra l'uomo, il mondo e il domani.
Morte e pianto rituale. Dal lamento funebre antico al pianto di Maria
di Ernesto De Martino
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2021
pagine: 374
In questo libro Ernesto De Martino risale alle radici dell'esigenza umana di rifiutare la morte nella sua scandalosa gratuità e, di riflesso, procurare al defunto una «seconda morte» culturalmente definita, mediante il ricorso a determinate pratiche rituali. Tra queste, l'istituto del lamento funebre, rivolto ai vivi non meno che ai defunti, poiché la piena del dolore rischia di compromettere l'integrità della presenza dei sopravvissuti. Qui sta la funzione più profonda del pianto rituale, che non cancella la crisi del cordoglio ma l'accoglie in sé, trasformandola in disciplina culturale capace di mantenere il pathos al riparo dall'irruzione della follia. In ciò risiede la sua umanissima sapienza, il cui valore trascende i limiti storici di diffusione del fenomeno, e al quale s'abbandona persino la Madonna al cospetto della morte del Figlio, nonostante l'accesa polemica cristiana contro il costume pagano. Dall'analisi del fenomeno, ridotto allo stadio di «relitto folklorico», scaturisce il bisogno di estendere l'analisi alle antiche civiltà agrarie del Mediterraneo, al cui interno l'istituto del lamento funebre visse la stagione del suo massimo splendore, fino al progressivo declino, causato dallo scontro con il cristianesimo trionfante. De Martino si interroga infine sul problema della risoluzione laica della crisi del cordoglio, e l'"Atlante figurato del pianto" riflette mediante un sapiente uso delle immagini l'affascinante itinerario dell'Autore, che sollecita un confronto con l'Atlante "Mnemosyne" di Aby Warburg.
Furore Simbolo Valore
di Ernesto De Martino
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 231
La lucana Tricarico, in cui nel dopoguerra il sentimento religioso popolare convive con la lotta di classe. I boschi della Bassa Sassonia, in cui i riti stregoneschi occupano il vuoto lasciato dalla fine del nazismo. Stoccolma, in cui la sera di Capodanno del 1956 migliaia di adolescenti scendono in piazza vestiti di teschi e iscrizioni cabalistiche, trascinati da un furore e una violenza ancestrali. La Russia post-stalinista, in cui gli operai invocano la necessità di vere e proprie "cerimonie sovietiche" per superare quelle cristiane. In questa raccolta di saggi, da lui personalmente curata e ordinata, Ernesto De Martino indaga il carattere dell'esperienza religiosa che da sempre attraversa e plasma le civiltà: una meticolosa analisi delle profonde motivazioni esistenziali che spingono il singolo a costruire un legame con il trascendente nelle sue diverse espressioni storiche e culturali; un viaggio nella nostra inesauribile "fame di simboli", che esplora il valore e il furore della spiritualità come radice del tessuto sociale e dei percorsi individuali, dalle scienze alle arti, dalla musica al costume.
La settecentesca cappella dell'Addolorata dei principi di Avellino all'Arso di San Giorgio a Cremano
di Ernesto De Martino
Libro: Copertina morbida
editore: Editalfa
anno edizione: 2016
pagine: 160
L'architettura, il paesaggio e l'ambiente delle ville vesuviane nelle fotografie di Vittorio Pandolfi (1956-1959)
di Ernesto De Martino
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni Scientifiche Italiane
anno edizione: 2013
pagine: 208
Etnografia del tarantismo pugliese. I materiali della spedizione nel Salento del 1959
di Ernesto De Martino
Libro: Copertina morbida
editore: Argo
anno edizione: 2010
pagine: 462
La ricostruzione di come de Martino faceva ricerca, di quelle che erano non solo le tecniche e le pratiche, ma altresì lo stile e l'ethos del lavoro di terreno che si faceva con Lui e sotto la sua guida, questa ricostruzione credo sia specificamente utile. Se nel 1986 la ritenevo necessaria per decostruire lo stereotipo che mi sembrava si fosse sovrapposto alla figura di de Martino etnografo, oggi che quello stereotipo è stato demolito definitivamente, l'analisi delle pratiche di ricerca di colui che è stato anche un grande maestro dell'etnografia può avere una importante funzione correttiva per l'autobiografismo estetizzante e in definitiva narcisistico che permea spesso la pratica etnografica contemporanea, frutto di letture "facili" della critica dell'autorialità e delle teorie interpretativiste in antropologia. Agli antipodi di ogni pratica "facile", sul campo de Martino era e pretendeva che i suoi collaboratori fossero in primo luogo rigorosi: nei comportamenti, negli approcci, nell'uso degli strumenti di rilevazione, nel rispetto degli impegni presi, nel lavoro di riordino dei materiali raccolti. Questo rigore era sentito come un dovere a cui non si poteva derogare giacché, insieme all'impegno intellettuale, era garanzia della qualità scientifica, ma anche etic politica, del lavoro che si stava facendo.
Rituali della memoria. Apocalissi culturali e apocalissi psicopatologiche
di Lia De Martino, Ernesto De Martino
Libro
editore: Argo
anno edizione: 1997
pagine: 160
La ricerca sui guaritori e la loro clientela
di Ernesto De Martino
Libro: Copertina morbida
editore: Argo
anno edizione: 2008
pagine: 421
Nel maggio 1957 Ernesto de Martino effettua un "sondaggio esplorativo" in Lucania per studiare i maciari nei loro rapporti con il tessuto culturale dell'ambiente. La novità di questo "sondaggio" è il suo carattere interdisciplinare che vede affiancati all'etnologo un medico igienista (Mario Pitzurra) e un parapsicologo e psicanalista (Emilio Servadio) coadiuvati da un fotografo (Ando Gilardi). Centrale è l'interrogarsi sui significati di un "guarire" che fonderebbe la sua realtà e trarrebbe la sua efficacia dal vissuto individuale di esperienze simboliche condivise. Rimasti in buona parte inediti, i materiali sono qui corredati da un consistente apparato critico.