Libri di Michele Smargiassi
Voglio proprio vedere. Interviste impossibili ma non improbabili ai grandi fotografi
di Michele Smargiassi
Libro: Libro rilegato
editore: Contrasto
anno edizione: 2021
pagine: 136
Incontri straordinari con persone straordinarie. Il giornalista e scrittore Michele Smargiassi ha realizzato delle impossibili, ma plausibili, interviste a sei grandi fotografi del passato: Robert Capa, Nadar, Tina Modotti, Vivian Maier, Eugène Atget e W. Eugene Smith. “A tutti ho posto, in forme diverse, la stessa domanda: perché fotografate? Perché è giusto, bello, necessario, utile fotografare? O magari non lo è? Da ciascuno ho avuto una risposta diversa. Perché la fotografia non esiste: esistono le fotografie, ognuna diversa dall’altra. E alla fin fine, penso che tutte le fotografie condividano una medesima, forte, semplice spinta antropologica, morale, umana: la voglia di vedere il mondo e di condividere quella visione”.
Sorridere. La fotografia comica e quella ridicola
di Michele Smargiassi
Libro: Copertina morbida
editore: Contrasto
anno edizione: 2020
pagine: 111
Benché seriosissimi studiosi si ostinino a negarlo, la fotografia che fa sorridere esiste. Grandi autori e milioni di fotografanti l'hanno praticata, il web ne trabocca. La fotografia possiede ciò che serve per innescare il meccanismo freudiano del motto di spirito. Ma se la fotografia comica ci diverte, diventa grandiosa quando si inoltra nei territori del ridicolo, ossia il comico che non sa di essere tale. La fotografia ci coglie come non sappiamo di apparire. Perché ci vede come non ci possiamo vedere. Basta spostare il punto di vista, e i turisti che reggono con le mani la Torre di Pisa diventano maldestri lottatori marziali, o acchiappamosche. La fotografia è una mosca con grandi occhi. Un tafano. Che guarda e punge.
Ora che ci penso. La storia dimenticata delle cose quotidiane
di Michele Smargiassi
Libro: Copertina morbida
editore: Dalai Editore
anno edizione: 2011
pagine: 302
Chi mette i fiori sui guard-rail, e perché lo fa? Dov'è finita la carta carbone? Perché c'è musica negli ascensori? È un gesto di cortesia o un business? Sono pazzi quelli che annusano i libri? Come mai non rispettiamo più i segnali stradali? E la segnaletica ha ancora senso? Da quando ci sentiamo costretti a sorridere nelle fotografie? Prendendo spunto da una serie di articoli usciti su "la Repubblica", Michele Smargiassi confeziona un viaggio nell'"infra-ordinario". Va in cerca di fenomeni che pochi notano e subito dimenticano, e li racconta semplicemente perché nessuno lo ha ancora fatto, frugando negli scarti della nostra ontologia del quotidiano. Il risultato è un libro curiosissimo, fitto di notazioni storico-culturali, una sorta di antropologia degli oggetti del nostro vissuto quotidiano non percepito e dimenticato. Ma anche un piccolo esercizio filosofico per chi vuole aprire le porte laterali dell'attenzione, lasciarsi guidare dalla "percezione nella distrazione", lasciarsi cogliere alla sprovvista, impreparato, da un dettaglio rivelatore: una musica di sottofondo, un mazzetto di rose sfiorite, un gesto furtivo. Ora che ci penso... è l'incipit di una rivelazione nata da un momento di sovrappensiero che rompe l'ordinaria indifferenza.
Lo specchio d'inchiostro
di Michele Smargiassi, Ghigo Roli
Libro
editore: Artioli
anno edizione: 2010
pagine: 128
Donne di questo mondo
di Uliano Lucas, Michele Smargiassi
Libro: Copertina morbida
editore: Diabasis
anno edizione: 2005
pagine: 136
Un'autentica bugia. La fotografia, il vero, il falso
di Michele Smargiassi
Libro: Copertina morbida
editore: Contrasto
anno edizione: 2009
pagine: 319
Questo libro ha due bersagli polemici: gli apologeti della "rivoluzione digitale", i nostalgici dell'"immacolata percezione". Talvolta sono le stesse persone. La fotografia ha sempre "mentito" perché non può fare altro, perché il processo di trasposizione della realtà in un'immagine bidimensionale glielo impone, perché la sua fabbricazione richiede una lunga catena di scelte, ognuna delle quali ne modifica la trama e il senso. L'era di Photoshop mette solo alla portata di tutti, e rende evidente, quel che la fotografia ha sempre saputo fare: deformare la realtà. Consapevolmente o involontariamente. Il libro percorre avanti e indietro la storia della fotografia (quella analogica e quella numerica) per raccontare, attraverso centinaia di esempi che compongono un vero e proprio "manuale di autodifesa" del consumatore di immagini, quando, dove, come e perché la fotografia ha sempre "mentito"; e quanto, come e perché la società le ha creduto. Per continuare a credere alla capacità testimoniale di questo linguaggio occorre non essere ingenui e stringere con la fotografia un nuovo "patto di veridicità condizionata" che la liberi dalla doppia condanna della dannazione o della santificazione.