Libri di Richard Rechtman

Le vite ordinarie dei carnefici

Le vite ordinarie dei carnefici

di Richard Rechtman

Libro: Copertina morbida

editore: Einaudi

anno edizione: 2022

pagine: 192

Sempre più spesso, per qualificare gli autori di omicidi di matrice jihadista, si parla di uomini radicalizzati, schiavi di un'ideologia, o di individui mediocri e «banali», capaci solo di obbedire agli ordini, oppure di mostri assetati di sangue. E anche quando si considerano i massacri di massa del secolo scorso, torniamo sempre a chiederci chi furono questi uomini capaci di uccidere in modo così efferato: cosa provarono nella loro coscienza? non sentivano l'orrore delle loro azioni? non avevano compassione per le vittime? Per Richard Rechtman, non sono le ideologie a uccidere, ma le persone. Persone che se ne incaricano apparentemente senza problemi, uccidendo con la stessa facilità con cui altri vanno al lavoro. Questo libro compie una vera e propria discesa agli inferi nella vita quotidiana dei responsabili di genocidio e nel loro processo di immunizzazione rispetto alla sofferenza e alla morte. Sonda le abitudini di uomini indifferenti, capaci di giustiziare decine di persone ogni giorno. E dimostra che a occupare la maggior parte dei loro pensieri non è l'atto di uccidere: più semplicemente quella è la loro vita quotidiana. Eseguono il loro terribile compito con la stessa tenacia e fatica richieste da un lavoro qualsiasi. Perché a uccidere con tanta facilità non sono i più motivati, i più sadici o i più indottrinati, ma soprattutto i più disponibili. Questo perturbante saggio sulla violenza estrema non si prefigge dunque di sapere chi siano questi carnefici o in nome di cosa possano tormentare e uccidere, ma di mostrare quali elementi, in contesti particolari, consentano ad alcuni uomini di trasformarsi in anonimi operai della morte. Introduzione di Sara Guindani.
19,50
L'impero del trauma. Nascita della condizione di vittima

L'impero del trauma. Nascita della condizione di vittima

di Didier Fassin, Richard Rechtman

Libro

editore: Meltemi

anno edizione: 2020

pagine: 470

Dagli attentati ai terremoti, dagli incidenti aerei ai sequestri, dai massacri ai suicidi, ogni avvenimento violento invoca la presenza di psichiatri e psicologi che intervengano in nome della traccia psichica del dramma: il trauma. A lungo questa nozione è servita a squalificare soldati e operai della cui sofferenza si metteva in dubbio l'autenticità. Oggi, grazie al trauma, le vittime trovano un riconoscimento sociale. E proprio sulla condizione delle vittime si concentrano le analisi di Fassin e Rechtman, tra i principali antropologi contemporanei. L'impero del trauma delinea l'appassionante percorso che dai lavori di Charcot, Janet e Freud giunge all'invenzione del disturbo post-traumatico da stress negli Stati Uniti, fino all'attuale era di riabilitazione, che produce l'apparizione di una nuova soggettività politica: quella della vittima.
24,00