Libri di Rugolo Ruggero
Una bambina di Lorenzo Tiepolo
di Massimo Favilla, Ruggero Rugolo
Libro: Copertina morbida
editore: Dell'Albero d'Oro
anno edizione: 2021
Appunti su palazzo Grimani dall'Albero d'Oro a Venezia. Dai Vendramin ai Marcello 1449-1969
di Massimo Favilla, Ruggero Rugolo
Libro: Copertina morbida
editore: Dell'Albero d'Oro
anno edizione: 2021
Esquisse historique du palazzo Grimani dall'Albero d'Oro à Venise. Des Vendramin aux Marcello 1449-1969
di Massimo Favilla, Ruggero Rugolo
Libro: Copertina morbida
editore: Dell'Albero d'Oro
anno edizione: 2021
VeneziAsola. I ritratti asolani dei rettori veneti e un'occasione mancata per Giambattista Tiepolo
di Massimo Favilla, Ruggero Rugolo
Libro: Copertina morbida
editore: Cierre Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 128
Sopravvissuti al furore iconoclasta che si accanì contro i simboli della Repubblica di Venezia dopo la sua caduta nel 1797 e rimasti a lungo nell'oblio, i ritratti dei dogi e dei provveditori veneti costituiscono una preziosa testimonianza della devozione di Asola verso la Serenissima. I dipinti restituiscono i sembianti dei provveditori Giovanni Marco Michiel (1686), Alberto Gozzi (1687) e Gasparo Luca (1688); a questi si aggiungono le effigi dei dogi Alvise Pisani (1735-1741) e Francesco Loredan (1752-1762). Un caso singolare è costituito dal ritratto del "protettore" della comunità di Asola Marcantonio Dolfin (1755). Un'opera nella quale avrebbe dovuto cimentarsi Giambattista Tiepolo ma che alla fine fu assegnata all'amico Fortunato Pasquetti, uno dei più quotati ritrattisti sulla piazza veneziana dell'epoca. Lo studio diretto delle opere, corroborato da un'approfondita ricerca bibliografica e da un'escavo negli archivi Comunale e Parrocchiale di Asola, di Stato e del Patriarcato di Venezia, ha consentito di confermare la paternità dei ritratti di Michiel e Gozzi al pittore bresciano Francesco Paglia e di assegnare a Fortunato Pasquetti quelli di Loredan e di Dolfin.
A brief history of palazzo Grimani dall'Albero d'Oro in Venice. From the Vendramin to the Marcello family 1449-1969
di Massimo Favilla, Ruggero Rugolo
Libro: Copertina morbida
editore: Dell'Albero d'Oro
anno edizione: 2021
Venezia, dove trovare... Bellini, Carpaccio, Tiziano, Tintoretto, Veronese
di Ruggero Rugolo
Libro: Copertina morbida
editore: Passigli
anno edizione: 2014
pagine: 127
Questo testo ha lo scopo di guidare il lettore in un originale percorso, che è possibile effettuare completamente a piedi, sulle tracce di cinque pittori del Rinascimento veneziano, che più hanno contribuito a tramandare la grandezza e la fama di Venezia. Giovanni Bellini, Carpaccio, Tiziano, Tintoretto e Veronese: cinque itinerari, attraverso chiese e musei, corredati da un esauriente apparato fotografico, che aiutano il lettore a meglio conoscere la storia e il processo formativo e artistico di ciascun pittore.
Venezia. Ediz. italiana e inglese
di Massimo Favilla, Rugolo Ruggero
Libro: Copertina rigida
editore: Sassi
anno edizione: 2019
pagine: 142
Secondo Francesco Sansovino molte città possono dirsi belle "con ricchi e grandi edifici", ma Venezia "posta nel mezzo dell'acque non ha cosa in terra alla quale si possa paragonare". Dalle origini e fino al 1797, anno della sua caduta, la classe dirigente della Repubblica idealizzò Venezia come Stato perfetto, le cui virtù dovevano riverberarsi nello splendore dei monumenti e nella singolarità della forma urbana. Ammirazione e anche inevitabile invidia erano le reazioni che maggiormente suscitava una tale superiore autocoscienza. Spogliata di molti preziosi ornamenti, ma sempre magnifica, privata degli orpelli di un mito che pareva inossidabile, rimangono i segni della gloria passata. L'immagine, che non casualmente si intese costruire nei secoli, come fosse fin dall'origine pensata nella mente di Dio, riesce ancor oggi ad esercitare una magnetica attrazione: Venezia non significa forse "Veni etiam", cioè "vieni ancora e ancora", perché "quante volte verrai sempre vedrai nuove cose e nuove bellezze?". In questa nuova edizione del volume Venezia, pubblicato per la prima volta nel 2013, trovano una rinnovata e moderna veste le immagini dal formato agevole e dal taglio editoriale e fotografico inconsueto.
Il mito di Elena. Unica fosti
di Ruggero Rugolo
Libro
editore: Corte del Fontego
anno edizione: 2013
pagine: 36
Venezia. Ediz. italiana e inglese
di Massimo Favilla, Rugolo Ruggero
Libro: Copertina rigida
editore: Sassi
anno edizione: 2017
pagine: 144
Secondo Francesco Sansovino molte città possono dirsi belle "con ricchi e grandi edifici", ma Venezia "posta nel mezzo dell'acque non ha cosa in terra alla quale si possa paragonare". Dalle origini e fino al 1797, anno della sua caduta, la classe dirigente della Repubblica idealizzò Venezia come Stato perfetto, le cui virtù dovevano riverberarsi nello splendore dei monumenti e nella singolarità della forma urbana. Ammirazione e anche inevitabile invidia erano le reazioni che maggiormente suscitava una tale superiore autocoscienza. Spogliata di molti preziosi ornamenti, ma sempre magnifica, privata degli orpelli di un mito che pareva inossidabile, rimangono i segni della gloria passata. L'immagine, che non casualmente si intese costruire nei secoli, come fosse fin dall'origine pensata nella mente di Dio, riesce ancor oggi ad esercitare una magnetica attrazione: Venezia non significa forse "Veni etiam", cioè "vieni ancora e ancora", perché "quante volte verrai sempre vedrai nuove cose e nuove bellezze?". In questa nuova edizione del volume Venezia, pubblicato per la prima volta nel 2013, trovano una rinnovata e moderna veste le immagini dal formato agevole e dal taglio editoriale e fotografico inconsueto.
Venezia, dove trovare... Ediz. inglese
di Ruggero Rugolo
Libro
editore: Scala Group
anno edizione: 2010
pagine: 402
Venezia. Ediz. italiana e inglese
di Massimo Favilla, Rugolo Ruggero
Libro: Copertina rigida
editore: Sassi
anno edizione: 2013
pagine: 144
Secondo Francesco Sansovino molte città possono dirsi belle "con ricchi e grandi edifici", ma Venezia "posta nel mezzo dell'acque non ha cosa in terra alla quale si possa paragonare". Dalle origini e fino al 1797, anno della sua caduta, la classe dirigente della Repubblica idealizzò Venezia come Stato perfetto, le cui virtù dovevano riverberarsi nello splendore dei monumenti e nella singolarità della forma urbana. Ammirazione e anche inevitabile invidia erano le reazioni che maggiormente suscitava una tale superiore autocoscienza. Incredulo stupore, pietosa malinconia e, talora, quasi sadico compiacimento per la sua fine sono, invece, i sentimenti nei riguardi del corpo incurabile, eppure così ostinatamente resistente, della Venezia detronizzata. Spogliata di molti preziosi ornamenti, ma sempre magnifica, privata degli orpelli di un mito che pareva inossidabile, rimangono i segni della gloria passata. Sostanzialmente intatta (sebbene in più punti lacerata e offesa), resta la sua forma urbis. L'immagine, che non casualmente si intese in secoli costruire, come fosse fin dall'origine pensata nella mente di Dio, riesce ancor oggi ad esercitare una magnetica attrazione: Venezia non significa forse "Veni etiam, cioè vieni ancora e ancora", perché "quante volte verrai sempre vedrai nuove cose e nuove bellezze".