Libri di Stefano Bartezzaghi
Senza distinzione. Di sesso, di razza, di lingua
di Stefano Bartezzaghi
Libro: Copertina morbida
editore: People
anno edizione: 2022
pagine: 144
Quale linguaggio si parlerebbe in una società realmente paritaria? Le parole offensive sarebbero proibite o nessuna parola sarebbe considerata di per sé offensiva? Basterà far diventare "razza" una parola vietata per far sparire i razzisti? Chi è malato e chi è in grado di curare, tra noi e la parola? "Chi parla male, pensa male e vive male" è una massima sensata o è lo sfogo violento di un personaggio nevrotico? Le parole sono poi così importanti? È ponendosi domande come queste che Stefano Bartezzaghi cerca i presupposti delle idee che vanno diffondendosi sul linguaggio e sui modi con cui vi si rappresentano i rapporti sociali. Attraversa così i territori dei tabu e degli stereotipi, delle identità e delle categorie, delle distinzioni e della cura della lingua, della forza e del potere della parola. Porta con sé due sole convinzioni: che le parole sono cose e che le parole sono cose che cambiano.
Sedia a sdraio. Giochi impensati per svagare la mente
di Stefano Bartezzaghi
Libro: Copertina morbida
editore: Salani
anno edizione: 2022
pagine: 96
«Prendi le ferie, parti per il mare, trovi una spiaggia, ti spogli quasi del tutto, apri una sedia a sdraio, ti ci adagi, chiudi gli occhi. Incomincia il mistero. Cosa si fa quando non si sta facendo nulla? A che gioco giochiamo, mentre il sole ci abbronza? Il tempo che si passa sulla sedia a sdraio, immobili e taciturni, può essere utilmente dedicato ad allenamenti mentali. Le bocce e lo yo-yo, il ping pong e il calcio, il gioco dell'oca e i videogames in cui si spara agli alieni. Quasi ogni gioco e ogni sport di quelli che impegnano normalmente i muscoli ha un possibile equivalente da giocare solo tra sé e sé. Basta conoscere le regole e rassegnarsi all'impossibilità di vincere senza essere simultaneamente sconfitti». Tennis da sdraio, jogging mentale, anagrammi, canzoni-rovello, limerick, yo-yo verbale, logogrifi, metagrammi, lipogrammi, gioco dell'oca da sdraio, Battaglia Mentale, Gratta e vinci, Lego con le parole, 'Le dieci cose che', genealogia enigmistica, sparare ai fosfeni... Dal più grande 'giocatore di parole' in Italia, un quaderno di giochi da portare sotto l'ombrellone o in poltrona davanti al caminetto: per allenarsi, senza muovere un dito!
Banalità. Luoghi comuni, semiotica, social network
di Stefano Bartezzaghi
Libro: Copertina morbida
editore: Bompiani
anno edizione: 2019
pagine: 272
La banalità è il nostro nuovo demone. È da quest'ultima che vogliamo rifuggire, come dalla noia, ma è questa stessa fuga a renderci sempre più banali (e noiosi, e annoiati). Per i luoghi comuni proviamo esplicite repulsioni e recondite attrazioni, la nostra idea di successo è che tutti notino come siamo bravi a svincolarci, almeno momentaneamente, da essi. In queste pagine Bartezzaghi si arrischia a seguire due convinzioni. La prima è che abbiamo sbagliato spauracchio e che convenga invece cercare di "avere un buon rapporto" (come oggi si dice) con la banalità, nostra e altrui. Come accade con le persone, per "avere un buon rapporto" con qualcuno occorre guardarlo in faccia, conoscerlo, rivolgersi a lui con schiettezza. Dobbiamo farci amica la banalità. La seconda convinzione è che i social network oggi sono un ambiente particolarmente adatto a farcela guardare in faccia e a conoscerla.
Narrare humanum est. La vita come intreccio di storie e immaginazioni
Libro: Copertina morbida
editore: UTET
anno edizione: 2023
pagine: 127
«C'era una volta», «Narrami o Musa», «In principio era il Verbo». Le fondamenta stesse della nostra civiltà affondano spesso nella parola, nella narrazione. Miti, fiabe, opere letterarie, storiografie, testi sacri, lettere e diari, frammenti di papiro ritrovati nella sabbia del deserto... Siamo fatti sì di carne, ma anche delle parole con cui raccontiamo la realtà circostante e noi stessi, scritte o pronunciate che siano; parole che ci mettono in viaggio verso mondi immaginari e tempi remoti. Ma che cosa raccontiamo, e perché? In questa antologia sette autori indagano la narrazione nelle sue molteplici sfumature: James Clifford analizza lo stretto legame tra l'antropologia e il racconto, svelando come la parola sia un ponte imprescindibile tra culture diverse; Stefano Bartezzaghi ci illustra l'essenza e le contraddizioni dello storytelling, arte persuasiva che interessa la fiction quanto la politica e il giornalismo; Maurizio Bettini ripercorre il "narrare" partendo dalle radici del mythos greco e dalla sua funzione fino a giungere alle sue più recenti trasformazioni; Lina Bolzoni, attraverso gli endecasillabi di Dante, sostiene l'importanza della parola altrui, che funge da specchio per raccontare noi stessi; Ivano Dionigi ricostruisce le storie dietro le parole che usiamo quotidianamente e quelle che, sbagliando, abbiamo smesso di usare; Silvia Vegetti Finzi ritorna invece al mondo magico delle fiabe e al contesto familiare per sottolineare la forza del racconto nel processo di crescita del bambino; infine Luigi Zoja illustra le affinità che intercorrono tra l'atto di narrare, seguendo in particolare il modello della tragedia, e la psicoanalisi. Dall'antropologia alla psicologia, dalla letteratura al teatro, questa raccolta costituisce dunque uno sguardo ampio e interdisciplinare sulla narrazione e su noi in quanto uomini, ovvero storie uniche che si intrecciano con quelle degli altri per poter essere raccontate.
Quando parlo mi capisci? Le 15 domande
Libro
editore: Il Castoro
anno edizione: 2023
pagine: 144
Come si comunica nel mondo digitale? Devo imparare per forza l'inglese? Perché dico sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato? Si usano solo le parole? E perché si dicono le bugie? Dalle prime forme di comunicazione ai media più innovativi del presente, dalle molte espressioni dell'arte alle semplici email, comunicare significa creare relazioni: i ragazzi lo sanno bene, e sanno anche che non è sempre facile farlo nel modo giusto. Le 15 domande vanno dritte al punto e si mettono nei loro panni, offrendo loro gli strumenti per capire... e farsi capire. Età di lettura: da 10 anni.
Mettere al mondo il mondo. Tutto quanto facciamo per essere detti creativi e chi ce lo fa fare
di Stefano Bartezzaghi
Libro: Copertina morbida
editore: Bompiani
anno edizione: 2021
pagine: 240
A un certo punto del secolo scorso si è sentita risuonare una parola rotonda ed espressiva: "creatività". I discorsi sulla creatività si sono presto infittiti e allargati a ogni ambito dell'attività umana: la creatività è dei designer ed è dei cantautori, degli stilisti e dei programmatori di computer, dei pubblicitari e dei bricoleur, dei bambini e dei tecnologi. Cosa esattamente esprima una parola tanto espressiva è difficile e anzi impossibile da precisare. Intanto però questi discorsi hanno finito per edificare una sorta di piramide che dalla terra punta verso il cielo. La creatività eleva: come l'artista con la sua opera pare voler emulare il Creatore, così chiunque può sperare di parere un artista, grazie alla propria creatività.
ABAB. La stanza dei giochi di Agata e Alighiero Boetti
di Stefano Bartezzaghi
Libro: Copertina morbida
editore: Corraini
anno edizione: 2018
pagine: 24
Parole in gioco. Per una semiotica del gioco linguistico
di Stefano Bartezzaghi
Libro: Copertina morbida
editore: Bompiani
anno edizione: 2017
pagine: 272
Non c'è lingua e non c'è epoca in cui non si sia giocato con le parole: troviamo giochi di parole nei testi più solenni di religioni, letterature, filosofie. Sono una dimensione comune a tutti: dagli analfabeti ai premi Nobel. Ed è proprio dalla classicità e dal folklore che la cultura di massa ha ripescato le più curiose ed enigmatiche combinazioni linguistiche per adattarle alla contemporaneità. Dall'enigmistica alla pubblicità, dalla satira ai tweet, la lingua mette in gioco le parole in modo che ci avvincano ancora prima che convincerci. In queste pagine Stefano Bartezzaghi ci spiega la natura di queste scintille dell'intelligenza e ci invita ad appropriarcene.
Un personaggio in cerca di aurore
di Stefano Bartezzaghi
Libro
editore: Corraini
anno edizione: 2016
pagine: 32
"Se l'umorismo è cercare le pieghe inedite del mondo, Munari è stato non solo un grande artista e un maestro di design, ma anche, incidentalmente, un umorista impareggiabile, per il quale l'ovvio è l'oppio dei popoli e l'occhio, invece, ne costituisce l'unico possibile riscatto." aIl piccolo volume raccoglie una riflessione di Stefano Bartezzaghi su Bruno Munari, nella sua veste di creatore ironico, maestro del gioco e ideatore di paradossi ed esagerazioni. Le parole di Bartezzaghi si intersecano nel libro bicromatico con le leggere illustrazioni tratte dalle opere di Munari. Il testo è pensato in occasione dell'omonima mostra, "Un personaggio in cerca di aurore" che si svolgerà durante il festival sull'ironia Il senso del Ridicolo, di cui Bartezzaghi è direttore artistico.
La ludoteca di Babele. Dal dado ai social network: a che gioco stiamo giocando?
di Stefano Bartezzaghi
Libro
editore: UTET
anno edizione: 2016
pagine: 210
Esiste una definizione unica di gioco? Stefano Bartezzaghi, fedele alla lezione dei suoi "padri giocatori" - da Umberto Eco a Giampaolo Dossena, da Johan Huizinga a Ludwig Wittgenstein a Roger Caillois -, ci mostra che quella del gioco è una dimensione screziata, molteplice, cadenzata da continue oscillazioni. Costantemente in bilico tra regole e libertà, tra realtà e finzione, il gioco è oscillante quanto pervasivo. Ne ritroviamo elementi nelle narrazioni, nella moda, nel design "user friendly", nel tempo tradizionalmente dedicato al lavoro, nei linguaggi e nei comportamenti sociali, perfino nel terrorismo: i wargames strategici sono diventati negli anni così rilevanti per il reclutamento dei professionisti della guerra che perfino l'Isis attira e addestra i suoi adepti con videogiochi come Call of Duty. Di gioco, o meglio di ludico, sono intrise poi le relazioni che tutti intratteniamo online, ricche come sono di toni semiseri, tormentoni virali, emoticon, ironia e naturalmente inviti, spesso molesti, a qualche nuovo gioco sui social network. La nostra realtà assomiglia sempre di più a una "ludoteca di Babele", in cui la cultura di massa ha instaurato a tutti i livelli un regime semi-giocoso che impone di riformulare non solo i rapporti fra gioco e realtà ma le loro stesse definizioni. Con e-book scaricabile fino al 31-/12-/2016.
M. Una metronovela
di Stefano Bartezzaghi
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2015
pagine: 280
Tra arrivi e partenze, amicizie lunghe una vita e disincontri quotidiani, orizzonte superiore e orizzonte inferiore, ricordi tenaci e attimi mancati, Stefano Bartezzaghi ci conduce in un insolito viaggio sentimentale nella sua città. E la sua lingua-cornucopia scava nell'ovvio e nel mediocre del quotidiano e dell'oggetto comune per produrre riverberi insoliti, lampi di ricordi, nuovi angoli di osservazione, storie frivole e serie di persone note o del tutto sconosciute che insieme a Milano ci raccontano anche un'altra possibile città. Magari la nostra.
L'orizzonte verticale. Invenzione e storia del cruciverba
di Stefano Bartezzaghi
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2013
pagine: 423
Presente da quasi un secolo su tutti i giornali del mondo, assente da qualsiasi storia del giornalismo, del costume, della lingua, il cruciverba è l'inavvertito elefante che siede nel salotto della comunicazione del Novecento. Molti lo ritengono più antico di quello che è: eppure non poteva che nascere nella New York degli anni Dieci, contemporaneamente a tutto ciò che ha costituito l'orizzonte del moderno, dalla catena di montaggio al cubismo, dal giornalismo dei reportage alla musica jazz. Vuoto, il cruciverba è una griglia ortogonale di caselle; pieno, è un caleidoscopio alfabetico in cui si frammentano e si ricompongono le parole della lingua e i nomi del mondo, dando la possibilità ai lettori di verificare le proprie conoscenze in una sfida con se stessi, circoscritta a una percorrenza in metropolitana o a una sosta in poltrona durante il weekend. La storia del cruciverba è un romanzo. I suoi personaggi sono tutti straordinariamente eccentrici (e apparentemente tutti "normali"), i suoi dialoghi collegano definizioni indiziarie e soluzioni congetturali, la sua ambientazione è la metropoli, con i suoi giornali, i suoi grattacieli, i suoi mezzi di trasporto.