Libri di Vitaliano Trevisan
Black Tulips
di Vitaliano Trevisan
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 232
«Scrivere, per quanto atto privo di speranza, o forse proprio per questo, significa aver fede». L'ultima opera a cui Vitaliano Trevisan stava lavorando, inviata all'Einaudi qualche mese prima di morire. Nella sua brutale, lancinante verità, è forse quella che gli assomiglia di più: interrotta ma non incompiuta.
Il ponte. Un crollo
di Vitaliano Trevisan
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 144
«Non c'è niente da fare, pensai, la scrittura ha sempre un conto in sospeso con la morte. Sempre». Un uomo ha lasciato per sempre la sua famiglia e l'Italia. A distanza di anni, la notizia della morte del suo fratello di sangue lo induce a tornare. Nel corso del viaggio mentale, che precede quello fisico, il protagonista, costretto a vagare a ritroso tra le macerie della sua vita, finirà per imbattersi in una verità pericolosa. Raccontando la storia di Thomas, un uomo deciso a fare una volta per tutte i conti con il passato e col peso della colpa, Trevisan crea un personaggio che nella sua ambigua nostalgia delle radici distrutte dà voce alla nostra quotidiana alienazione. E ci consegna un romanzo di spietata crudezza, che rivela impietosamente lo sbriciolamento di un Paese senza morale, senza bellezza, senza più tradizione.
Works
di Vitaliano Trevisan
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 704
Con una scrittura originale come un classico pezzo di jazz, in questo romanzo autobiografico Vitaliano Trevisan racconta il lavoro nel luogo in cui è una religione, il Nordest, dagli anni Settanta fino agli anni Zero. E attraverso questa lente scandaglia non solo le mutazioni del nostro Paese, ma la sua stessa vita: il fallimento dell'amore, i meccanismi di potere nascosti in qualunque relazione, la storia della propria e di ogni famiglia, che è sempre «una storia di soldi». «Perché trovo sempre un lavoro?, mi dicevo, Perché non mi lasciano andare alla deriva in pace? Diventare un barbone. Una delle possibilità che contemplavo. Che contemplo tuttora. Poi non ho coraggio. Mi viene in mente mio padre, il poliziotto Arturo, e la sua divisa, sempre impeccabile; e mio nonno, la dignità con cui indossava il suo vestito da festa. Assurdità che sempre mi ritornano. L'origine è un vestito che uno non smette mai». La condanna tutta umana al lavoro inizia per Vitaliano Trevisan a quindici anni, quando una sera a cena chiede al padre una bicicletta nuova, da maschio, perché girare con quella della sorella maggiore significa essere preso in giro dai compagni. Per tutta risposta, il padre lo porta nell'officina di un amico che stampa lamiere per abbeveratoi da uccelli: «Così capisci da dove viene», gli dice, alludendo al denaro. Inizia per l'autore una «carriera» che è un succedersi di false partenze: dal manovale al costruttore di barche a vela, dal cameriere al geometra, dal disoccupato al gelataio in Germania, dal magazziniere al portiere di notte, fino allo spaccio di droga e al furto, «un commercio che obbedisce alle stesse fottute regole di mercato». Trevisan racconta gli anni Settanta schiacciati tra politica ed eroina, cui sembra essere sopravvissuto quasi per caso, la storia di un matrimonio e della sua fine, le contraddizioni del mondo della cultura - dove per ironia della sorte la frase più ripetuta è «non ci sono soldi», la stessa che gli propinava il padre - e la sofferenza psichica, il percorso pieno di deragliamenti di un ragazzo destinato a fare lo scrittore.
Il delirio del particolare. Ein Kammerspiel
di Vitaliano Trevisan
Libro: Copertina morbida
editore: Oligo
anno edizione: 2020
pagine: 88
"Il delirio del particolare" è, come lascia intendere il sottotitolo, una "recitazione da camera", un testo che si riallaccia al teatro di Strindberg. È un dialogo intimo, quasi uno sfogo melanconico, tra un'anziana signora ormai vedova, il suo badante e uno storico dell'architettura giunto in visita a una villa disabitata che, più di una casa, è un'opera d'arte. Sullo sfondo di un cielo sempre più cupo, aleggia lo spettro dell'architetto, sempre presente anche se mai chiamato con il proprio nome: Carlo Scarpa. Con questo testo, vincitore dell'edizione 2017 del Premio Riccione per il teatro, Vitaliano Trevisan indaga il rapporto tra il progettista e i suoi committenti: nel caso di Scarpa, un rapporto sempre molto personale, profondo, che mette in gioco i sentimenti, e perciò sempre conflittuale.
I quindicimila passi. Un resoconto
di Vitaliano Trevisan
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2007
pagine: 155
Thomas conta i passi. Da casa alla questura, millecinquantatré passi. Da casa al tabaccaio, settecentonovantuno. Da casa al negozio di alimentari, milleottocentocinquantuno. Conta con una precisione metodica, senza lasciarsi distrarre da niente, gli occhi fissi a terra, un gessetto sempre in tasca per segnare il punto da cui ripartire in caso di una deviazione imprevista. Scandire il numero dei passi lo aiuta a tenere la morte un passo indietro, tra le macchine che gli sfrecciano accanto lungo strade tutte uguali, perché in definitiva la strada è sempre una sola.
Billy Budd, Billy Budd. An inside reading
di Vitaliano Trevisan
Libro: Copertina morbida
editore: Oligo
anno edizione: 2022
pagine: 48
Vitaliano Trevisan compose questo saggio (finora rimasto inedito) sull'ultimo testo di Melville nel 2004, l'anno in cui pubblicò la raccolta di racconti Shorts che gli valse il Premio Chiara; invece, I quindicimila passi, il libro che per primo lo fece conoscere alla critica e al grande pubblico, era stato pubblicato due anni prima. Siamo però ancora lontani dal capolavoro Works, che uscirà nel 2016, mentre i principali testi teatrali vedranno la luce di lì a pochi anni. Siamo quindi nel cuore della produzione letteraria di Trevisan, che all'avvio degli anni Duemila è in fibrillazione, e le sue riflessioni su un'opera tra le meno note ma più dense di significato di Melville ci permette di entrare nell'officina dello scrittore e drammaturgo veneto, per leggere con i suoi occhi, "dal di dentro", pagine che oggi, dopo la prematura scomparsa del grande autore, sembrano quasi profetiche.
Note sui sillabari. Omaggio a Goffredo Parise
di Vitaliano Trevisan
Libro: Copertina morbida
editore: Inschibboleth
anno edizione: 2022
pagine: 96
«Note sui Sillabari» nasce da un'idea del musicista veneto Stefano Bellon insieme a Marcello Tonolo per rendere omaggio al giornalista e scrittore Goffredo Parise. La musica occupa una parte importante, ma l'incontro determinante è con lo scrittore-attore Vitaliano Trevisan che, innamorato del progetto, compone un testo completamente nuovo modellando sia alcuni brevi ma significativi passi dei «Sillabari» parisiani, capolavoro della maturità di Parise, sia altri suoi scritti e diari. Oltre al testo dello scrittore vicentino, sono inseriti nel libro con CD allegato una genesi dell'opera curata da Claudio Donà, i profili degli interpreti, note degli autori, foto tratte dalle rappresentazioni teatrali, e un testo introduttivo del critico letterario Emanuele Trevi.
Works
di Vitaliano Trevisan
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2016
pagine: 656
La condanna tutta umana al lavoro inizia per Vitaliano Trevisan a quindici anni, quando una sera a cena chiede al padre una bicicletta nuova, da maschio, perché girare con quella della sorella maggiore significa essere preso in giro dai compagni. Per tutta risposta, il padre lo porta nell'officina di un amico che stampa lamiere per abbeveratoi da uccelli: "Cosí capisci da dove viene", gli dice, alludendo al denaro. Inizia per l'autore una "carriera" che è un succedersi di false partenze: dal manovale al costruttore di barche a vela, dal cameriere al geometra, dal disoccupato al gelataio in Germania, dal magazziniere al portiere di notte, fino allo spaccio di droga e al furto, "un commercio che obbedisce alle stesse fottute regole di mercato". Trevisan racconta gli anni Settanta schiacciati tra politica ed eroina, cui sembra essere sopravvissuto quasi per caso, la storia di un matrimonio e della sua fine, le contraddizioni del mondo della cultura - dove per ironia della sorte la frase piú ripetuta è "non ci sono soldi", la stessa che gli propinava il padre - e la sofferenza psichica, il percorso pieno di deragliamenti di un ragazzo destinato a fare lo scrittore.
Una notte in Tunisia
di Vitaliano Trevisan
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2011
pagine: 98
Il signor X è un noto politico italiano «in esilio volontario» ad Hammamet. Gravemente ammalato, è stato abbandonato da tutti; sono con lui solo la moglie, l'inseparabile Cecchin (autista, segretario e servo tuttofare) e, ospite inatteso, suo fratello XX, medico venuto a verificare le cartelle cliniche dei medici tunisini, che non lasciano speranze sulla prognosi di X. Il malato ha un carattere difficile, odia tutti e non sopporta nessuno, tranne Cecchin. Odia soprattutto gli italiani che l'hanno tradito e scrive memorie e proclami di rivincita postuma. Ma un sogno e la visita del fratello gli fanno balenare un'idea. Se non ha evitato l'esilio forse, con un'ultima trovata, potrà evitare la morte.
Tristissimi giardini
di Vitaliano Trevisan
Libro: Copertina morbida
editore: Laterza
anno edizione: 2010
pagine: 138
"Una rotazione completa del tamburo rotante della betoniera intorno al suo asse: su questa unità di tempo è tarato l'orologio degli umani e dei flussi relativi; o viceversa, in fondo la cosa ha poca importanza: animali, vegetali, persone, sentimenti, pensieri, ovvero merci e flussi di merci, e in definitiva tutto ciò che si muove in e per questo territorio, si regola sullo stesso metronomo, 'lavora' con gli stessi secondi, o meglio, nel caso umano, ne ha impressione; ma negli interstizi, nelle pieghe, nei bordi, negli spazi residui, abbandonati, ai margini, fuori dal flusso, un altro tempo lavora e così in ogni caso moriamo. Curioso: i luoghi in cui più intensamente se ne percepisce la presenza sono le fabbriche abbandonate. La prima impressione che si ricava, esplorando questi spazi, è che lì il tempo si sia improvvisamente fermato, ma naturalmente no, non è così, solo non scorre, non fluisce, soggiorna, abita il luogo, ne pervade l'atmosfera, si fa respirare, toccare, pensare, e nel mentre lavora, indifferente, con ostinata determinazione."
Due monologhi
di Vitaliano Trevisan
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2009
pagine: 54
L'ambiguità, la ferocia, la banalità, il dolore, la solitudine. Il teatro di Vitaliano Trevisan dà voce a personaggi forse perversi, talvolta paranoici, ossessionati da una presenza che scompagina la vita (come quella del figlio non voluto in "Oscillazioni") oppure soggiogati da un'assenza traumatica (come quella del compagno suicida in "Solo RPT"). Ma in gioco, in definitiva, ci sono la presenza e l'assenza di sé, il ritrovarsi o il perdersi nelle proprie autorappresentazioni, consolatorie o masochiste che siano. La vena dell'autore è intimamente tragica, ma di un tragico scarnificato, essenziale, senza alcuna enfasi. Con dei finali sospesi, in entrambi i casi, che lasciano aperte delle porte, anzi delle finestre, da cui i personaggi (e gli spettatori metaforicamente) si possono buttare oppure no.
Un mondo meraviglioso. Uno standard
di Vitaliano Trevisan
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2003
pagine: 147
Nel vorticante monologo di Thomas appaiono squarci di una provincia italiana descritta come il corpo putrescente di un cadavere, si aprono tetri ricordi d'infanzia dove un padre impettito regala al figlio un'insopportabile filosofia di vita che tende a normalizzare la sua follia solitaria, reintegrandola nella più conformistica follia sociale condivisa dagli altri. Thomas è invece l'antieroe moderno che non ci sta, ma che non ha altre armi per esprimere il suo rifiuto oltre la nevrosi e la scrittura.