Libri di ZAMBONI MASSIMO
Bestiario selvatico. Appunti sui ritorni e sugli intrusi
di Massimo Zamboni
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2023
pagine: 144
Gli esseri umani hanno vissuto da sempre fianco a fianco con gli animali. Con alcuni, addirittura, conviviamo da millenni. Al contrario, da quando la nostra società si è fatta più cittadina e industriale, abbiamo quasi perso il contatto con quelli che chiamiamo selvatici. Della loro presenza, anche quando frequentiamo gli stessi spazi, spesso nemmeno ci accorgiamo. Il mondo che popolano, però, è anche il nostro e l’influenza dell’uomo sull’ambiente che lo circonda ha portato a cambiamenti enormi, anche per quegli animali che, all’uomo, sfuggono. Anche nel nostro territorio possiamo trovare innumerevoli animali alloctoni, ossia intrusi, inseritisi più o meno a forza in un ambiente che non era il loro con conseguenze diverse e imprevedibili sull’ecosistema, ma anche sull’economia di interi paesi e regioni. Oltre a questo sperimentiamo con sempre maggior evidenza una serie di ritorni inaspettati. Animali selvatici che ritenevamo scomparsi per sempre dalle nostre parti sono tornati ad abitarle, approfittando dello spopolamento delle zone montane e rurali o adattandosi ai nuovi contesti. In “Bestiario selvatico” Massimo Zamboni va alla ricerca di questi animali e degli uomini che con loro hanno a che fare. Li osserva e li racconta, aiutato dai disegni di Stefano Schiaparelli, con la passione del naturalista, l’occhio attento dell’artista e la penna del grande scrittore, trasformando le loro storie in una metafora del nostro vivere.
La macchia mongolica
di Massimo Zamboni, Caterina Zamboni Russia
Libro: Copertina morbida
editore: Baldini + Castoldi
anno edizione: 2020
pagine: 282
È il 1996, Massimo Zamboni parte per la Mongolia in un viaggio al seguito di una troupe televisiva locale. È lì assieme alla moglie e ai componenti dei CSI. La Mongolia che si trova davanti corrisponde e supera l'immaginario costruito in anni di fantasticazioni, letture, ricerche: quella terra mitica - resa immortale dalle gesta di Gengis Khan, attraversata da Marco Polo, conquistata dalla Russia sovietica - stordisce e risuona in Zamboni come una radice scoperta, un'appartenenza ancestrale pari solo a quella dei boschi emiliani. Da quel viaggio in Mongolia non solo prenderà vita "Tabula rasa elettrificata", uno dei dischi simbolo dei CSI, ma si manifesterà per la prima volta in Massimo e sua moglie il desiderio di avere un figlio. Caterina nascerà due anni dopo, con una macchia inequivocabile: una sorta di voglia, un piccolo livido destinato a scomparire nel tempo, la cosiddetta "macchia mongolica". Questo segno detterà per sempre anche in lei la partecipazione a due mondi spirituali e fisici, l'Emilia dei padri e la Mongolia del desiderio. Al compimento dei diciotto anni è qui che Caterina vuole andare in ciò che sembra quasi un ritorno a casa. Nei paesaggi immutati e nella storia che veloce fagocita il tempo e i costumi, dentro a un mondo che ha annientato le distanze ma non le differenze, questo nuovo viaggio - prima tutti insieme, e poi Caterina da sola - è scoperta ulteriore, immersione spirituale, indagine sull'altrove che ci abita, un'esplorazione necessaria tra le stanze della memoria più intima. "La macchia mongolica" è anche un film-documentario diretto da Piergiorgio Casotti e una colonna sonora composta da Massimo Zamboni e pubblicata da Universal Music su CD/LP.
LA MIA PATRIA ATTUALE
di ZAMBONI MASSIMO
Audio: CD Audio
etichetta: UNIVERSAL STRATEGIC
anno edizione: 2022
L'INERME E L'IMBATTIBILE (INDIE EXCLUSIV
di ZAMBONI MASSIMO
Audio: CD Audio
etichetta: LA SCENA DISCHI
anno edizione: 2022
LA MIA PATRIA ATTUALE
di ZAMBONI MASSIMO
Audio: CD Audio
etichetta: UNIVERSAL STRATEGIC
anno edizione: 2022
LA MIA PATRIA ATTUALE
di ZAMBONI MASSIMO
Audio: CD Audio
etichetta: UNIVERSAL STRATEGIC
anno edizione: 2022
La trionferà
di Massimo Zamboni
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2021
pagine: 180
Essere comunisti a Cavriago voleva dire usare testa e mani per costruire tutti assieme il proprio cinema, la propria balera, il proprio futuro, in nome dell'emancipazione dell'umanità. Ma anche spedire un telegramma a Lenin e nominarlo sindaco onorario, scontrarsi coi cattolici per il film su Peppone e don Camillo, disperarsi per la morte di Stalin, servire lambrusco e rane fritte alla festa dell'Unità. Essere comunisti era prima di tutto un sentimento: sapere di essere dalla parte giusta del mondo. Massimo Zamboni ci accompagna in questo viaggio nel tempo, a partire da quella piccola Pietroburgo nostrana dove ancora oggi campeggia il busto di Lenin, facendoci precipitare in un'epoca in cui tutto sembrava possibile, persino la rivoluzione. «E se non saremo noi a vederla trionfare, e se non sarà da noi e avrà altri nomi forse, altri modi, chissà dove, duecento, trecento, mille anni, vedrete: la trionferà».
Nessuna voce dentro. Un'estate a Berlino Ovest
di Massimo Zamboni
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2017
pagine: 195
Da Reggio Emilia in autostop fino a Berlino Ovest. È il 1981 e Massimo Zamboni ha ventiquattro anni: più che scappare dalla provincia, ha addosso una fame inappagata di vita. Come ogni ragazzo, di ogni epoca. Berlino, in quella lunga estate, sembra essere la città dei giovani, e della musica, della voglia di futuro, delle case occupate, un mix irripetibile di intensità e fragilità. E poi c'è il Muro. Entra in scena sommessamente, quasi soffocato dalla vitalità dell'esperienza cittadina, per poi impadronirsi dello spazio e del senso rivelandosi autentico coprotagonista del racconto. «Per i tedeschi "Muro" è sostantivo femminile. È una signora, die Mauer. Una signora muraglia austera e disadorna, dal seno piatto, vestita di grigio». Massimo di giorno serve ai tavoli di un tipico ristorante italiano, «avamposto della meridionalità più spermatica e terrosa», la notte si trascina solitario tra le macerie della città verso i locali più underground. Ma non si può sempre camminare nelle scarpe degli altri, frequentando le loro avventure. Forse non resta che ripartire. Ma proprio sulla pista di uno di quei locali berlinesi, avviene un inspiegabile e imprevedibile riconoscimento. Due ragazzi di Reggio Emilia, amici in comune e stesse militanze alle spalle, si incontrano per la prima volta. E da quell'incontro deflagrante nascerà poi uno dei gruppi ancora oggi più amati del panorama musicale italiano, CCCP.
L'eco di uno sparo
di Massimo Zamboni
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2015
pagine: 191
Il 29 febbraio 1944 Ulisse, squadrista, membro di un direttorio del fascio, viene ucciso dai Gruppi di Azione Patriottica. Pochi mesi prima erano morti i sette fratelli Cervi, fucilati dai fascisti. Il 16 marzo 1961, diciassette anni dopo, il gappista Soragni, nome di battaglia Muso, sarà vittima dell'odio covato nel tempo da un compagno militante e amico, assieme a lui responsabile dell'uccisione di Ulisse. La storia è lineare solo quando scegliamo di raccontarla cosi, ma gli eventi si affastellano in un ordine che, quando ti riguarda da vicino, non è necessariamente quello cronologico. Cosi è per chi cerca di capire le ragioni del sangue, quando il sangue degli oppressori si mescola a quello degli oppressi. E l'eco di quegli spari accompagna Massimo Zamboni nella sua indagine attraverso due secoli per ricostruire una storia che lo riguarda molto da vicino, anche se gli è stata sempre taciuta. "Di mio nonno, due sole cose possedevo: il nome, Ulisse, che io porto come secondo, e che sempre ho dovuto considerare come un intruso, una parte sconosciuta di me; e una giacca, un tessuto ruvido di lana, il nero orbace della sua divisa autarchica. Niente di più, prima di questo libro". Questa indagine lo porta a respirare polvere negli archivi cercando di decifrare le calligrafie ostili dei registri parrocchiali; lo porta sulle colline reggiane a intervistare i superstiti; lo porta sulla tomba dei fratelli Cervi - sette, come sette erano i fratelli B*, l'agiata famiglia a cui apparteneva il bisnonno Massimo.
Il libretto rozzo
di Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni
Libro: Copertina morbida
editore: GOG
anno edizione: 2022
pagine: 141
Pubblicato per la prima volta nel 1998, quando ormai i CSI diventavano noti al grande pubblico affacciandosi alle classifiche radiofoniche, il Libretto Rozzo diventa in brevissimo tempo un oggetto di culto, e come ogni oggetto di culto scompare dalle librerie. Oggi, a quarant'anni di distanza dalla fondazione nel 1982 a Berlino del gruppo punk più irregolare d'Italia, questa nuova edizione lo toglie dalla clandestinità - probabilmente controvoglia. Il Libretto Rozzo è racconto, confessione, sistemazione di tutti i testi dei CCCP e dei CSI, assemblati non per cronologia o apparizione discografica ma per grandi temi e idee, cuciti fra loro da meditate riflessioni di Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni, che arricchiscono il volume con dei commenti inediti. Affollato di fantasie socialiste e perizie psichiatriche nazional-popolari, Punk Islam e Sufi, geografia di Gobi, Finistère e Via Emilia, il Libretto Rozzo ci consente di ripercorrere a ritroso le inquietudini di una generazione che non sembrano poi tanto lontane dalle nostre, come se il muro di Berlino non fosse mai caduto.