Marsilio: Grandi classici tascabili
Persefone. Variazioni sul mito
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2010
pagine: 198
Una fanciulla di stirpe divina, figlia di Zeus e Demetra, gioca tra i fiori nei verdi prati di Enna. All'improvviso si spalanca la terra e un essere sconosciuto emerge da ignoti recessi: è il fratello di Zeus, anch'esso un dio, ma dio degli inferi cui è toccato in sorte di regnare sui morti, confinato nelle tenebre eterne. È la favola della vita e della morte, fissata fin dai primordi nel gesto violento con cui Plutone afferra Persefone, nel terrore della fanciulla che distoglie da lui lo sguardo e il volto, nella disperazione della madre Demetra per una perdita che intuisce definitiva, irrimediabile. Il rifiuto di morire è al centro di questa leggenda, appena mitigato dalla mediazione di un tempo diviso (metà dell'anno tra i vivi e l'altra metà tra i morti; così Omero, Ovidio, Claudiano), dal tentativo di addolcire l'immagine di Plutone ipotizzando un legame di amore-passione condiviso con la sposa rapita (Marino) - ma sostanzialmente tendente sempre più al pessimismo e alla negazione di fronte al fato irreversibile (Goethe, Swinburne, Tennyson, Ritsos). Così Persefone, simbolo eterno della fragilità umana, rimane per sempre al limite, sospesa nella ambigua zona di confine che separa la ridente prateria siciliana dai terrificanti abissi del nulla.
Medea. Variazioni sul mito
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 2001
pagine: 253
La storia di Medea, principessa della Colchide, è una delle più cupe nell'universo del mito antico. Euripide avvolge la vicenda nella nebulosità del mito, lasciando irrisolta ogni domanda. Ma l'infanticidio è un punto di non ritorno che innesca nella tradizione occidentale un processo interminabile. Da Seneca, che condanna la strega d'oltremare isolandola in una totale "estraneità", a Grillparzer che cerca di alleggerire sul piano umano il peso della colpa di Medea invocando ragioni esterne, provocazioni mortali, ad Alvaro che ricerca le cause negli intimi sconvolgimenti della mente e del cuore. Ma il gesto, irreversibile, rimane, insieme alla certezza che per il sangue innocente non vi è espiazione possibile.
Demian. La storia della giovinezza di Emil Sinclair
di Hermann Hesse
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 2000
pagine: 200
Narciso. La passione dello sguardo. Variazioni sul mito
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2020
pagine: 184
Proteso verso la superficie di una fonte, alla quale si era recato per dissetarsi, un ragazzo scorge un volto bellissimo e perdutamente se ne innamora. Il suo nome è Narciso e quel volto altro non è che l'inconsistente riflesso della sua stessa faccia. Questa è la variante più celebre del mito, consegnata alla cultura europea dal poeta latino Ovidio, ma non è l'unica a raccontare la passione impossibile di Narciso. Sono innumerevoli le variazioni con cui il mito si è ripresentato nel corso dei secoli. I racconti della tradizione letteraria greca ruotano intorno al tema del potere che lo sguardo, le superfici rispecchianti e i doppi del reale possono sprigionare. La favola di La Fontaine è quella che più di ogni altra immortala il "narciso" per antonomasia e che restituisce, al contempo, una diversa declinazione del motivo dello specchio. La voce dei poeti simbolisti (Valéry, Rilke) celebra Narciso come figura rappresentativa dell'arte poetica e delle tensioni che si instaurano tra l'io e il canto. Miraggi, ombre e raddoppiamenti popolano, invece, i versi dei poeti del Novecento, presso i quali il mito di Narciso - convocato dichiaratamente (Williams, Lorca, Ritsos, Pasolini) o solo implicitamente (Borges, Walcott) - più che mai rivela la capacità di rigenerarsi in forme sempre nuove.
Didone. «La tragedia dell'abbandono». Variazioni sul mito
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2018
pagine: 337
Didone, esule regina fenicia, fonda Cartagine, accoglie Enea, profugo da Troia, se ne innamora follemente e, abbandonata, si toglie la vita per aver tradito la fedeltà alla memoria del marito Sicheo. Questa è la storia che racconta Virgilio nel IV libro dell'Eneide: una commovente tragedia incastonata nell'epos, forse il testo più celebre e fortunato della letteratura di Roma. Esisteva però un'altra Didone, l'eroina del mito - precedente all'Eneide - che si gettava tra le fiamme proprio per non venir meno al primo vincolo nuziale. Di qui il paradosso della sua fama: da eroina della fedeltà coniugale, Didone diviene, grazie a Virgilio, protagonista di una tragedia di amore e di abbandono. Ma, nelle riscritture del mito, il dialogo allusivo tra le "due Didoni" riaffiora, a partire da Ovidio, ogni qual volta un autore vorrà scontrarsi con Virgilio (e con la tradizione culturale "ufficiale" che si identifica con la sua poesia). Exemplum morale in Boccaccio, tormentata eroina intertestuale nelle rinnovate forme tragiche del Rinascimento, amante moderna che inaugura la rivoluzione del melodramma settecentesco, straziante simbolo o allegoria nello sperimentalismo della poesia del Novecento: infinite e sempre nuove le sfumature nelle quali Didone si rivela nei testi di questo volume. Poiché inesauribile è la ricchezza della poesia da cui proviene, e universale la sua tragedia d'amore.
Circe. Variazioni sul mito
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2013
pagine: 209
La trasformazione dei compagni di Odisseo in maiali e il successivo incontro dell'eroe con Circe, dea esperta di pozioni pericolose, costituiscono uno fra gli episodi più conosciuti dell'Odissea. Il carattere enigmatico della Circe omerica ha sollecitato nei secoli numerose interpretazioni, molte delle quali hanno voluto leggere nel mito un avvertimento contro le malevoli arti della seduzione femminile: gli uomini che si lasciano incantare da una donna e si mettono al suo servizio si riducono a bruti senza valore e senza cervello. Lo stereotipo di Circe come femme fatale ha prodotto moltissime rappresentazioni fino all'età contemporanea. Ma già nel mondo antico erano comparse le prime riscritture non convenzionali del mito. Ovidio rappresenta la dea di Aiaie come un'amante rifiutata, passionale e vendicativa; Plutarco la considera addirittura una benefattrice, perché la metamorfosi cui sottopone gli ospiti si rivela un mutamento felice. Nell'Asino di Machiavelli Circe è dea di uno strano regno fisiognomico, in cui gli uomini mostrano il loro vero volto, manifestando i tratti ferini corrispondenti ai loro caratteri. Ma è alle scrittrici di età moderna e contemporanea che spetta il compito di riscattare Circe dalle calunnie propagate per millenni. Webster e Atwood danno finalmente la parola alla dea, che difende se stessa e il proprio operato, rigettando sugli uomini che approdano all'isola la responsabilità di non saper instaurare con lei un rapporto fondato sull'amore e il reciproco rispetto.
Filottete. Variazioni sul mito
di Sofocle
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2009
pagine: 207
La leggenda narra che Filottete, nobile principe di Tessaglia, alleato degli Achei nella guerra contro Troia, fu da essi abbandonato nella deserta isola di Lemno a causa di una ferita fetida e incurabile. Ma poiché possedeva l'arco sacro di Eracle senza il quale la città, secondo antica profezia, non sarebbe mai caduta, i compagni che l'avevano tradito tornarono a Lemno per riprendere l'arco a qualsiasi costo. Sofocle porta la vicenda sulla scena attica ponendo l'eroe al centro di un sofferto dilemma tra il desiderio di vendetta e l'interesse della comunità achea a cui aveva legato il suo onore di guerriero. Ed è in nome di questo onore e di un dovere che supera le esigenze private e individuali che Filottete decide alla fine di riprendere la via di Troia per consentire ai Greci di portare a termine l'annosa guerra. Nel corso dei secoli, l'attenzione degli autori che riprenderanno questo mito sarà ristretta piuttosto al dramma personale. Fénelon nel Settecento e Gide agli inizi del Novecento approfondiranno, con mezzi diversi, il lato umano, l'io ferito di questo patetico e misterioso eroe che Heiner Müller, portando agli estremi le conseguenze dell'oltraggio subito e della pena, trasforma addirittura in un essere "inumano": un mostro divorato dall'esasperazione e dall'odio, che finisce per soccombere alla violenza dei suoi stessi sentimenti.
Edipo. Variazioni sul mito
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2008
pagine: 369
Edipo, figlio di Laio, ha attraversato i secoli dell'immaginario occidentale, presenza ingombrante e scomoda che la psicoanalisi freudiana ha contribuito a rafforzare con straordinaria potenza. Di questa lunga storia letteraria sono stati scelti, per accompagnare in questa "variazione" la tragedia fondante di Sofocle, i testi di Seneca, quello di Dryden e Lee, scritto nel 1678 e qui tradotto per la prima volta in lingua italiana, e infine quello di Cocteau. La dura, incalzante indagine sofoclea consegna alla cultura occidentale l'archetipo del soggetto che si interroga su se stesso e che, accecandosi, punisce l'organo della conoscenza che tante imprese gli ha consentito, ma non quella di vedersi davvero e di conoscere la propria storia. In Seneca il racconto si trasforma in un'acuta interpretazione psicologica. Tutto quel passato che l'Edipo di Sofocle sembrava aver rimosso è presente invece fin dall'inizio e corrode l'animo del re al punto che la verità, pur atroce, giunge a lui come una liberazione dalla cupa angoscia che lo opprime. Con Dryden il rapporto tra Edipo e Giocasta, da sempre sottinteso nei suoi risvolti privati, viene alla luce sotto il segno dell'eros che spinge madre e figlio l'uno verso l'altra, irresistibilmente, in un movimento alterno di attrazione e ripulsa. E Giocasta domina anche nella pièce di Cocteau, Giocasta che supera la morte e che si affianca ad Antigone per accompagnare e proteggere Edipo sulla via dell'esilio.
Anfitrione. Variazioni sul mito
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2007
pagine: 402
Commedia degli equivoci e delle sostituzioni, commedia dei sosia appunto, la vicenda narrata per la prima volta da Plauto ha numerose ripercussioni nella letteratura occidentale, a volte come semplice ripresa della perfetta commedia plautina, in altri casi come soggetto di ispirazione, materiale da elaborare liberamente, come per Kleist e Giraudoux, quest'ultimo pressoché ignoto in Italia e qui riproposto in una nuova traduzione.
Alcesti. Variazioni sul mito
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2006
pagine: 287
Il mito della sposa che sceglie di morire al posto del marito proviene da un antichissimo motivo folclorico, diffuso dall'Europa settentrionale fino all'India. La tragedia di Euripide è la prima versione letteraria a noi nota della favola, e costituisce la pietra di paragone con cui si sono confrontati nei secoli poeti e scrittori fino all'età moderna. Nel passaggio dalla favola al dramma la vicenda subisce una profonda metamorfosi, e inevitabilmente suscita riflessioni sull'amore coniugale, sul rapporto tra genitori e figli, sul valore del sacrificio e infine, in termini più lati, sulla vita e sulla morte. Questi temi saranno ripresi, in modi e stili e con soluzioni diverse, da Wieland, Yourcenar, Rilke, Raboni.
Il racconto fantastico francese
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2005
pagine: 334
Donne seducenti che si rivelano spettri, presenze inquietanti che si insinuano nella realtà quotidiana, antiche superstizioni che improvvisamente vengono scoperte vere. L'Ottocento francese ha creato un nuovo genere, il fantastico, in cui si rispecchia il lato oscuro del mondo moderno: ansie, spaventi, ossessioni erotiche, funebri. Le sue storie si svolgono sempre tra vita e morte, sogno e veglia, pazzia e saggezza, paesi evoluti e zone arretrate: il fantastico è la letteratura delle frontiere insuperabili e dei loro attraversamenti che ha trovato nella forma del racconto gli esiti letterari più alti. In questa raccolta Ludovica Cirrincione d'Amelio ne propone sedici, ciascuno accompagnato da una nota critica e da un commento.
Felicità e altri racconti
di Katherine Mansfield
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2004
pagine: 246
Pubblicato nel 1920, mentre Mansfield era ancora in vita, il libro è una raccolta di piccoli capolavori letterari. Accanto all'influsso dal nuovo linguaggio cinematografico, che ben si armonizza con la tecnica narrativa "impressionista", la raccolta rivela - come di consueto in Mansfield - un forte portato biografico, che conduce a temi come la malattia, l'infanzia, il sentimento, e il disagio di essere donna in una società patriarcale. Capace al contempo di offrire ai lettori la propria esperienza di vita e il proprio sguardo curioso sul mondo, Mansfield è oggi riconosciuta come una delle figure di spicco del modernismo letterario inglese, per il rinnovamento linguistico e strutturale che ha operato attraverso la forma del racconto.