Jobremus Bojeffries è come tanti altri padri: cerca di mantenere la serenità in una casa abitata da due figli (Ginda e Reth), dagli zii Raoul e Festus, da un bebé e dall'anziano nonno Podlasp. Poco conta che uno sia un lupo mannaro, uno un vampiro, che il nonno sia agli ultimi stadi della materia organica e che il neonato produca abbastanza energia termonucleare da alimentare l'Inghilterra e il Galles... In effetti non sono una famiglia normale, ma questo non è un libro normale. Ci sono storie realizzate in diversi decenni, un intero capitolo scritto in forma di operetta, un episodio di Natale e una storia tutta nuova di ventiquattro pagine che porta i Bojeffries fino al presente. In ogni pagina splende l'anarchica creatività degli autori: l'affettuosa e profonda comprensione di Alan Moore per la natura umana (e la cultura British) dà un'aura di disperata gravitas ai personaggi, che i disegni dettagliatissimi di Steve Parkhouse rendono memorabilmente reali. Qui c'è tutto, indisciplinato, imperfetto, raffazzonato e sempre sull'orlo del collasso. Come la stessa Gran Bretagna.
La saga dei Bojeffries
| titolo | La saga dei Bojeffries |
| autori | Alan Moore, Steve Parkhouse |
| traduttore | M. Foschini |
| argomento | Narrativa Narrativa a fumetti |
| editore | Bao Publishing |
| formato |
Libro: Copertina morbida |
| pagine | 95 |
| pubblicazione | 07/2016 |
| ISBN | 9788865432747 |