Cosima Buccoliero è stata a lungo vicedirettrice e poi direttrice del carcere di Milano Bollate. Il suo può sembrare un lavoro duro, in cui freddezza e rigore sono i presupposti per avere tutto sotto controllo. Eppure il suo approccio è un altro. Quando ha dichiarato che gli ergastolani nel suo carcere hanno diritto a una camera singola, Buccoliero ha suscitato stupore in chi crede che oltre le sbarre non ci debba essere più speranza. Ma questa è la chiave del suo lavoro: accoglienza e umanità. Per lei il carcere è un microcosmo brulicante di vitalità. Ci sono i carcerati, il personale di sorveglianza e medico, i tanti volontari. E le loro famiglie. L'Ambrogino d'oro che ha ricevuto nel 2020 l'ha ottenuto grazie a questo modello virtuoso di prigione: per lei la pena detentiva deve mirare a un reinserimento e non ridursi alla sola punizione. La detenzione non deve perdere la sua funzione rieducativa, altrimenti diventa solo afflizione. Questo libro ci spiega perché.
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Senza sbarre. Storia di un carcere aperto
titolo | Senza sbarre. Storia di un carcere aperto |
Autori | Cosima Buccoliero, Serena Uccello |
Argomento | Società, scienze sociali e politica Servizi sociali, assistenza sociale e criminologia |
Collana | Einaudi. Passaggi |
Editore | Einaudi |
Formato |
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Pagine | 136 |
Pubblicazione | 05/2022 |
ISBN | 9788806252793 |
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€15,00
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