Otto Adolf Eichmann, figlio di Karl Adolf e di Maria Schefferling, catturato in un sobborgo di Buenos Aires la sera dell'11 maggio 1960, trasportato in Israele nove giorni dopo e tradotto dinanzi al Tribunale distrettuale di Gerusalemme l'11 aprile 1961, doveva rispondere di 15 imputazioni. Aveva commesso, in concorso con altri, crimini contro il popolo ebraico e numerosi crimini di guerra sotto il regime nazista. L'autrice assiste al dibattimento in aula e negli articoli scritti per il "New Yorker", sviscera i problemi morali, politici e giuridici che stanno dietro il caso Eichmann. Il Male che Eichmann incarna appare nella Arendt "banale", e perciò tanto più terribile, perché i suoi servitori sono grigi burocrati.
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La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme
titolo | La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme |
autore | Hannah Arendt |
traduttore | P. Bernardini |
argomento | Scienze umane Storia |
collana | UNIVERSALE ECONOMICA. SAGGI |
editore | FELTRINELLI |
formato |
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pagine | 348 |
pubblicazione | 10/2019 |
ISBN | 9788807892974 |
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€12,00
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