Alla fine degli anni Sessanta arriva il video e il suo impatto politico ed estetico è dirompente. Grazie al nuovo medium, gli artisti e gli attivisti (che spesso sono le stesse persone) creano situazioni collettive capaci di sfidare lo spettatore all'azione diretta sull'oggetto televisore, stimolandolo a entrare consapevolmente e fisicamente nel processo della trasmissione delle immagini. Le operazioni in tempo reale compiute da artisti e attivisti col video installazioni TVCC, video performance, sperimentazioni sul segnale elettromagnetico - all'epoca furono capaci di produrre crescita e piacere personale e collettivo, perché condivise a livello pubblico attraverso il video. In particolare, le esperienze italiane più mature - Luciano Giaccari, Alberto Grifi, il collettivo Videobase, il Laboratorio di Comunicazione Militante svilupparono approcci originali, in linea con molti degli attuali sviluppi performativi dell'arte. La storia del video come tecnologia e come forma artistica si rivela ricca di spunti per le pratiche audiovisuali dell'epoca digitale. Prefazione di Bruno Di Marino.
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Definizione zero. Origini della videoarte fra politica e comunicazione
titolo | Definizione zero. Origini della videoarte fra politica e comunicazione |
Autore | Simonetta Fadda |
Argomento | Arti, cinema e spettacolo Forme d'arte |
Collana | Biblioteca/estetica e culture visuali, 1 |
Editore | Meltemi |
Formato |
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Pagine | 266 |
Pubblicazione | 07/2017 |
ISBN | 9788883537202 |
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€22,00
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