Youcanprint: FOTOGRAFIA / Generale

"'Na finestra su Roma" non è solo un libro fotografico sulla città eterna. Racconta, grazie alla penna raffinata dell'autrice (che è anche artefice degli scatti), attraverso la musicalità dei versi della poesia dialettale che accompagna ogni fotografia, il percorso secolare dentro Roma, tra le sue strade, le sue piazze, i vicoletti dei quartieri più folcloristici, le facciate delle sue chiese, i monumenti, le fontane, le statue, e mille altre cose. Roma è Roma, nel bene e nel male. È sempre una Capitale magnifica. Piena di bellezza e contraddizioni, da non celare ma raccontare, così come fa l'autrice in questo libro. Roma, nonostante secoli di storia, è ancora tutta da scoprire. E questo libro è una vera scoperta.

Le fotografie di Gabriele Bellini, raccolte in questo volume, documentano un momento recente della nostra storia di montalesi, di cui ancora non conosciamo significato e portata per il futuro. Non è l'immagine di una realtà definita ma il tentativo di rappresentare l'indeterminatezza di un processo in divenire. Montale appare un paese sospeso tra un passato ben vivo nel nostro ricordo e un futuro tutto da decifrare. La prima sensazione è quella di una strana immobilità, quasi un forzato stato di attesa, come quello delle "statue di sale" in coda davanti ai supermercati e agli uffici. Una fissità dolorosa e solitaria, a testa bassa. È l'ingessatura della vita e delle relazioni. Ma sotto questa crosta di rigidità innaturale, si fa strada un movimento tenace e incessante: sono i volontari che portano aiuti e soccorso, i commercianti che recapitano la spesa a casa, gli operatori della sanità e gli agenti della polizia municipale, le persone che cercano di lavorare e di studiare. La vita non si è fermata del tutto e la caratteristica operosità dei montalesi non si è arresa all'inerzia, anzi ha preso spesso la forma di azioni di solidarietà.

I borghi della Sicilia rappresentano scrigni di arte e di storia che si inseriscono magnificamente in un contesto paesaggistico d'altri tempi. Borghi affacciati sul mare, arroccati su aspre colline, tra i boschi delle Madonie, dei Nebrodi e dei Monti Iblei, formano una rete di centri storici dove edifici e palazzi medievali si uniscono mirabilmente a quelli bizantini, o greci o Romani, creando un mosaico di stili unico e imperdibile. Per visitare i borghi della Sicilia vi consiglio il periodo primaverile e la prima parte dell'autunno. Vi sconsiglio la visita dei centri storici durante l'estate poiché spesso il clima può risultare eccessivamente caldo. I borghi situati sulla costa invece hanno un clima più mite grazie all'azione benevola delle brezze marine. The villages of Sicily represent treasure troves of art and history that fit beautifully into a landscape of yesteryear. Villages overlooking the sea, perched on rugged hills, amidst the forests of the Madonie, Nebrodi and Monti Iblei, form a network of historic centers where medieval buildings and palaces blend admirably with Byzantine, or Greek or Roman ones, creating a unique and unmissable mosaic of styles. To visit the villages of Sicily at their best, I recommend the spring period and the first part of autumn. I do not recommend visiting historic towns during the summer as the climate can often be excessively hot.

Pietro Migliozzi, fotografo italiano nato nel 1976, ha sviluppato un interesse per la fotografia di moda, paesaggio e lifestyle, catturando momenti di rara originalità e bellezza. Dopo aver frequentato corsi di fotografia a Canterbury e Milano, ha iniziato una carriera professionale nel campo della fotografia di moda e commerciale. Trasferitosi negli Stati Uniti, il suo interesse per la fotografia di moda mostra una visione della modella come persona reale, umana, ben lontana dalle immagini stereotipate della fotografia più commerciale. La sua esperienza americana lo ha arricchito, permettendogli di inserire la figura umana in un contesto di desolazione che risulta straniante e, talvolta, sottolinea l'inquietudine del vivere. Pietro Migliozzi ha saputo sfruttare al meglio le tecnologie digitali per creare composizioni immaginifiche con l'arte del bianco e nero, che sono state raccolte in questo libro. Una lettura che offre un'esperienza unica, in cui la bellezza e l'originalità dei momenti catturati si fondono con la tensione esistenziale. Prefazione di Luca Carrà.

"Il gioco che ho intitolato "#noneunpaeseper", sebbene non sia altro che un divertissement, è retto da una ferma e perentoria deontologia: se per un verso mi concedo di intervenire sugli elementi secondari che compongono il quadro (foglie, sterpi, cartacce e tutto ciò che può costituire aberrazione dell'immagine), d'altro canto in nessuna occasione è stato sfiorato, se non con la vista, il soggetto principale".

Un'avventura in 14 racconti e 218 fotografie. Le terre celtiche di Scozia, Irlanda, Bretagna, Galles, vissute in prima persona da Marco Dadone, ambasciatore SIGMA per l'Italia, viaggiatore, fotografo e narratore. Dai forti di pietra sull'oceano nelle isole Aran ai cerchi megalitici di Callanish; dagli ultimi crofts delle Ebridi esterne all'isola dei druidi di Anglesey; dalla fine del mondo di Ouessant fino alla casa di Tolkien su Eigg. Il respiro delle isole, i personaggi e le loro storie, le leggende misteriose, i luoghi più spettacolari e le vie per conoscerne di segreti e unici. Prefazione di Kazuto Yamaki. Introduzione di Steve Gosling.

L'autore fotografa lo spaesamento del Giappone contemporaneo visibile nel paesaggio metropolitano. Gli agglomerati architettonici, le sopraelevate, le ondate di persone anonime, mostrano una Tokyo disordinata senza alcuna logica apparente. Nel continuo e frenetico brulicare anonimo della folla, si coglie il dovere di un andare che ha perso la cadenza del passo umano per trasformarsi nel movimento meccanico di un ingranaggio guidato da un motore esterno ed estraneo. Al vuoto si contrappone il pieno totale, visibile negli scorci architettonici come nei tanti interni di negozi con merci ammassate, in una sorta di horror vacui precedentemente estraneo alla mentalità giapponese. In questo scorrere meccanico e impersonale del tempo, in alcuni istanti qualcosa sembra fermarsi, dilatarsi per lasciar emergere un senso dimenticato che vuole silenziosamente rinascere: il passo lento di un'esile ragazza, uno sguardo di donna riflesso dallo specchio retrovisore di un'automobile in una grigia atmosfera metropolitana; un profilo femminile dietro al quale scorre l'andare veloce di un treno: indicatori di un umano che non vuole soccombere alla spietata logica del disumano tempo presente.

Cos'è la fotografia, qual è il suo scopo, come va affrontata? Cosa sono il caso, la fortuna, il talento, l'ispirazione, l'ambiguità? Quanto sono importanti la composizione, la forma, il contenuto? Cosa sono e che ruolo possono avere gli errori e le imperfezioni? Cosa significa documentare, immortalare, narrare? Fotografare è programmazione, premeditazione o istinto? Guardare, osservare, vedere, sono la stessa cosa? Un'analisi trasversale che mette a confronto il pensiero dei fotografi della Magnum Photo, la più famosa agenzia fotografica del mondo. Ne viene fuori una formidabile sintesi, che si sviluppa su 54 voci, di come cento GRANDI fotografi concepiscono il fotogiornalismo, il reportage, la foto di strada.

"Donna sguardi oltre il collo" è il risultato della collaborazione tra un fotografo e un poeta. Il fotografo Diego Surace, ispirato dal potere seduttivo che il collo femminile ha esercitato nella storia dell'arte, ha intrapreso una personale ricerca su quel tema, fotografando una serie di décolleté e poi rielaborandoli con particolari procedimenti di colorazione, sfruttando sia la tecnica dello sviluppo su pellicola sia quella più recente dell'elaborazione digitale, ricavandone una serie di immagini dematerializzate e volutamente informali in cui l'elemento "collo" è trasfigurato cromaticamente con effetti di forte contrasto. Ogni foto è accompagnata da un interpretazione poetica di Aldo Berti, una breve lirica ispirata dalla forte fascinazione sensuale trasmessa da quei décolleté dai tratti coloristici così marcati, che pur scomponendone i volumi ne aumentano la forza seduttiva: un canto di adorazione a una parte così rilevante della femminilità.

"In questo volume Sandro Santioli porta avanti la sua ricerca sul paesaggio urbano di cui si serve per creare nuove suggestioni che vanno ben al di là dello sguardo distratto del passante o della ripetizione stereotipata del turista. Una volta inquadrato dal suo obiettivo, il mondo diventa materia da plasmare nuovamente ed è il fotografo che decide se valorizzare ciò che ha davanti, mantenendo un qualche appiglio alla realtà o se stravolgere il tutto e riassemblarlo in forme nuove al limite dell'impossibile. I paesaggi urbani di questa serie vengono spesso compressi, i volumi annullati. La rappresentazione ravvicinata e geometrizzata sembra voler tenere a bada il caos che i grandi agglomerati urbani inducono nell'osservatore tramite una decodifica della complessità e delle ambiguità visive insite nella città- metropoli. Una lettura in senso soggettivo e percettivo, in qualche modo anche un'operazione di semplificazione a beneficio dello spettatore".

"'Uno spazio tutto per me' è il fil-rouge degli scatti che registrano il vissuto e la quotidianità che ha caratterizzato - e continua a caratterizzare - il passato lockdown in Italia e quello in corso nelle regioni rosse, arancioni, gialle. È evidente che il Coronavirus ha stravolto - e tuttora stravolge - le nostre esistenze: un virus microscopico (per alcuni di natura biologica originata dai pipistrelli, per altri creato in laboratorio, quasi un'arma biologica), che si è impossessato del nostro tempo e soprattutto del nostro spazio. In questi mesi - e nei prossimi mesi a venire, fino alla definizione dell'emergenza sanitaria - da un lato abbiamo dovuto vivere uno spazio recluso, ristretto, abitudinario e dall'altro lato abbiamo avuto l'opportunità di valorizzare lo stesso spazio in modo diverso. È vero, la fotografia (che significa 'scrittura di luce') ci fa scattare immagini diverse in base alla qualità, all'intensità della luce e alle diverse situazioni meteorologiche durante le ore della giornata, immortalando in un attimo emozioni e sensazioni; lo spazio, però, può essere fisico o intimista oppure strettamente legato al tempo, quindi un espressione di tipo spazio-temporale, di infinito e di eternità; uno spazio privato e domestico, uno spazio pubblico e sociale, uno spazio individuale e collettivo".

Il libro "I travel so as not to become blind" è stato realizzato da Fabio Rizzo, un fotografo curioso e attento, osservatore infaticabile delle realtà umane più disparate. Ogni anno la sua attenzione si rivolge ad una diversa città europea della quale riporta le caratteristiche più originali, trascurando del tutto le banalità predilette dal turismo di massa. Barcellona, Berlino, Madrid, Valencia, Amsterdam, Londra, Siviglia e Monaco di Baviera sono le protagoniste di questo primo volume, al quale ne seguiranno altri. Tutti i testi del libro sono in inglese e in italiano.